Cinque articoli per un progetto di legge che vuole sostenere i carnevali storici regionali, per valorizzarli adeguatamente e in maniera continuativa. Per il 2022 è previsto un contributo straordinario di 250mila euro, mentre per i due anni successivi di 200mila.
È l’obiettivo del pdl proposto dalla giunta e discusso in commissione Cultura, presieduta da Francesca Marchetti, la quale ha annunciato che in settembre l’iter proseguirà con un’udienza conoscitiva dei portatori di interesse. Presenti in aula anche l’assessore alla Cultura, Mauro Felicori, e quello al Bilancio, Paolo Calvano.
Il testo è stato illustrato dalla relatrice di maggioranza Roberta Mori (Partito democratico). Per la minoranza il relatore è Massimiliano Pompignoli (Lega).
Roberta Mori ha detto che “la legge è coerente, nel solco dello statuto che valorizza le identità culturali e le tradizioni storiche. Dopo la legge del 2017 sulle manifestazioni storiche, ora discipliniamo i carnevali. Si tratta di una legge che considera in modo importante l’impatto sul turismo e sull’economia e che valorizza l’associazionismo e il terzo settore, che a loro volta coinvolgono moltissime persone”. Per la relatrice è positivo il contributo straordinario per eventi che “promuovono anche la nostra regione”.
Pompignoli ha sottolineato che si sarebbe “aspettato l’illustrazione dall’assessore. La relatrice Mori ha evidenziato diversi temi e sono d’accordo che occorre avere una mappatura dei carnevali. Ho visto i dati dell’assestamento di bilancio e ho notato con piacere che sono stati previsti 300mila euro di contributo straordinario, e non 250mila. Attendiamo l’udienza conoscitiva, per affrontare il tema a 360 gradi”.
L’assessore Felicori ha esordito dicendosi “assertore del principio di sussidiarietà, ciò che può essere fatto dal mercato o da una comunità va fatto. Ritengo corretto unificare le rievocazioni storiche ai carnevali: sono eventi che hanno una lunga tradizione storica, sono popolari, sono grandi manifestazioni contro l’emarginazione culturale. Il confine labile è quello che collega la cultura popolare con i risultati commerciali e la banalizzazione. La gestione culturale ci garantisce l’innalzamento del livello culturale e scoraggia quegli elementi commerciali che il pubblico non può finanziare. Sarà difficile gestire il tutto, perché ‘ogni carnevale è bello a mamma sua’ e ci saranno forti pressioni dai singoli Comuni”.
“I carnevali, quali espressione di identità territoriale delle comunità residenti – si legge nel progetto – contribuiscono a tenere vive le tradizioni storiche regionali in un contesto di valorizzazione della cultura popolare e ambiscono a coinvolgere diverse realtà cittadine che partecipano attivamente all’organizzazione e alla realizzazione dell’evento. Inoltre, i carnevali rappresentano un momento di aggregazione sociale ormai consolidato e funzionale a incrementare l’attrattività turistica dei territori di riferimento”.
La Regione, per l’organizzazione, concede contributi a pubblico e privato. Per il 2022 ci saranno risorse straordinarie, per i carnevali più importanti, perché la prima metà dell’anno ha visto restrizioni dovute all’emergenza pandemica. Il contributo, pari al 20% delle spese, “è riconosciuto solamente per gli eventi con un costo complessivo non inferiore a 100mila euro e comunque l’importo massimo del contributo non può in ogni caso superare quella cifra”.
La copertura finanziaria sarà di 250mila euro per il 2022 e di 200mila per il 2023 e 2024. La legge prevede anche una clausola valutativa “in base alla quale l’Assemblea legislativa esercita il controllo sull’attuazione della legge e ne valuta i risultati ottenuti”. Ogni tre anni, i risultati e i dati saranno forniti alla commissione Cultura.
La norma vuole sostenere anche “l’importante circuito culturale e commerciale” generato da queste manifestazioni in cui sono coinvolte molte associazioni e organizzazioni. I carnevali, in genere, attirano molto pubblico “a beneficio delle strutture ricettive e degli esercizi commerciali del territorio”. La Regione intende “consolidare i rapporti con gli enti locali e incentivare l’attività degli enti del terzo settore, sostenendo l’associazionismo”.
(Gianfranco Salvatori)