La manovra di assestamento al bilancio 2022 della Regione, composto da Rendiconto 2021, Defr, assestamento e collegato normativo, è approdata in commissione Politiche per la salute, presieduta da Ottavia Soncini, dove ha ottenuto parere favorevole. In commissione, sono intervenuti anche l’assessore al Bilancio, Paolo Calvano, la vicepresidente Elly Schlein e il direttore generale della Salute, Luca Baldino.
Il rendiconto 2021, già illustrato nelle altre commissioni, è stato presentato dal relatore di maggioranza Marco Fabbri (Pd) e dalla relatrice di minoranza Maura Catellani (Lega).
Fabbri ha annunciato due novità rispetto al testo base: 7 emendamenti della giunta e il giudizio della Corte dei conti che ha sottolineato alcune criticità dovute soprattutto alla gestione del Covid. “La sanità regionale -ha scandito Fabbri- vale 10,6 miliardi e il saldo è positivo per 70 milioni. La Regione ha coperto al 100% le spese per la pandemia, ma lo Stato ha riconosciuto solo 355 milioni, una cifra insufficiente. Nel quarto trimestre, le risorse sono solo il 44% del fabbisogno complessivo”. Fabbri ha riconosciuto la preoccupazione dei magistrati contabili “sulla tenuta dell’equilibrio economico e finanziario, dato che si registra un aumento delle prestazioni e la ricerca di posti letto (usati nella fase emergenziale) che hanno penalizzato i ricoveri ospedalieri. La valutazione del rendiconto è positiva e non ci sono particolari criticità. La Regione, in un anno complesso ha risposto all’emergenza e ha programmato i nuovi fondi europei”.
Catellani ha ricordato che la spesa sanitaria nel 2021 rappresenta l’86% del totale degli impegni sulla spesa corrente. “La Corte dei conti -ha affermato- esprime un giudizio positivo in toto, ma questo va valutato e ci sono state svariate richieste istruttorie sulla sanità. Così come la requisitoria è una parte importante anche se non abbiamo ancora ricevuto la relazione e la requisitoria”. In quest’ultima, fra gli altri punti, la Corte ha evidenziato le spese e le perdite pregresse: “Per la spesa farmaceutica è mancato il recepimento della Sezione di controllo della Corte dei Conti e il tetto di spesa è stato superato del 14,5% rispetto al disavanzo sul pregresso. L’idea della giunta di ripianarlo nel 2021 è condivisibile, ma per trasparenza andrebbe coinvolta l’Assemblea”.
Sull’assestamento e la variazione di bilancio 2022-2024, sono intervenuti Luca Sabattini (Pd) e Stefano Bargi (Lega), rispettivamente relatore di maggioranza e di minoranza.
Secondo Sabattini “la crisi (causata da pandemia, rialzo dei prezzi, costo dell’energia) ha portato un’inflazione che sfiora le due cifre. Dobbiamo cercare di ridurre il rischio di un aumento delle disuguaglianze”. Sul bilancio della sanità “pesa la mancata chiusura dell’accordo per il riparto del fondo sanitario nazionale. C’è poi l’alto costo di interventi sociali a causa della pandemia. Nonostante tutto, il servizio sanitario regionale è ancora una punta di eccellenza. Nell’assestamento, per la sanità, ci sono finanziamenti per 17 milioni per i livelli essenziali di assistenza (Lea) degli emotrasfusi e per quasi 3 milioni per i servizi sociali. Con questo bilancio cofinanziamo interamente il fondo sociale 2022 (che vedrà bandi per 300 milioni, 150 dal Fse e altri 150 dal fondo Fesr), un’opportunità per il nostro sistema sociale ed economico per affrontare l’autunno”.
Bargi ha definito l’assestamento “un po’ timido e con un’incertezza sul futuro: manca il riparto del fondo sanitario nazionale. Nel 2021 c’era l’allarme buco dovuto alla pandemia. Oggi c’è l’incertezza su come coprirlo. E per farlo spunta lo spettro della leva fiscale. Ma le tasse andrebbero abbassate. L’incremento del Fondo sanitario nazionale è già stato individuato come non sufficiente a raggiungere i livelli prepandemia. Oggi la vantata sanità emiliano-romagnola comincia a mostrare segnali di cedimento: oltre alla scelta economica c’è la scelta politica della Regione, ad esempio, di escludere dal servizio i medici non vaccinati. Come si affronterà questo problema?”.
Il Defr è stato affrontato dalle relatrici Marilena Pillati (Pd, maggioranza) e Maura Catellani (Lega, minoranza).
“Il contesto è di grande complessità -ha detto Pillati- e il documento è diviso in due parti: uno analizza il contesto economico e sociale e il secondo elenca i 97 obiettivi strategici della Regione per l’ultimo triennio con piano di investimenti di 18 miliardi”.
In sanità, sono 16 gli obiettivi, “per continuare a investire sul servizio pubblico che garantisca in modo universale la salute. Non solo vanno rafforzate le strutture ospedaliere, ma anche la sanità territoriale. La pandemia ha fatto aumentare i costi del sistema, solo in parte riconosciuti dallo Stato. La sostenibilità della programmazione delle Asl è centrale e prevede nel Defr il monitoraggio dell’andamento delle gestioni aziendali con la verifica bimestrale dei costi delle aziende”. Fra quelli elencati da Pillati ci sono il recupero delle liste di attesa, il modello organizzativo della rete territoriale integrata e multidisciplinare, il completamento di case e ospedali di comunità, lo sviluppo della piattaforma di telemedicina; il coinvolgimento degli infermieri di comunità; la promozione dell’equità e la riduzione delle diseguaglianze. Inoltre, c’è il potenziamento del fascicolo sanitario elettronico, l’aggiornamento del piano pandemico regionale, lo screening per la diagnosi precoce dei tumori, lo sviluppo di interventi per i non autosufficienti, per la domiciliarità e la prossimità territoriale; sostegno ad assistenza domiciliare sociale; promozione della nuova disciplina per strutture per anziani e aggiornamento accreditamento socio-sanitario. Infine, la qualificazione del lavoro degli operatori e il potenziamento degli organici aziendali.
Catellani ha insistito sulla requisitoria della Corte dei conti “che dice tanto” e ha posto diverse domande. Sui costi elevati, “attendiamo l’esito dei controlli bimestrali. Sulla riapertura dei punti nascita avete fatto la campagna elettorale, ma ancora non ci sono né valutazioni né risultati. L’offerta ospedaliera nelle zone disagiate era nel programma ed è slittata a fine legislatura. Nessun riferimento, inoltre, al Pnrr. Si introducono il medico di iniziativa e la stratificazione del bisogno: cosa sono? Si punta sulle case di comunità, ma manca il personale. Si parla di investimenti e non ci sono numeri, come non si sa in che modo inserire i medici in formazione o come funzioneranno le farmacie rurali”. Infine, a la consigliera leghista chiede da dove arrivino e come saranno utilizzati i 45 milioni destinati alle Asl e finalizzati al rilancio della sanità.
Per il consigliere Daniele Marchetti (Lega) “il rendiconto mostra diverse criticità come ha segnalato la Corte dei conti. La Lega aveva sollevato anche la mancata trasparenza della cosa pubblica legata ai servizi che si danno e non solo ai conti. L’ex direttrice parlò di malagestione … Si sbandiera una virtuosità che perde smalto”. Il consigliere chiede “cosa stia facendo la Regione per efficientare la macchina amministrativa e di conseguenza il Servizio sanitario regionale. Siamo in rosso e ora ci rendiamo conto della necessità di tagliare i rami secchi. Nel Defr andrebbe inserita la riforma del Servizio sanitario”. Dopo aver ricordato il taglio di 815 posti letto nella passata legislatura, Marchetti ha toccato il tema pronto soccorso: “Si parla di nuovi modelli organizzativi, ma non ci sono le proposte avanzate in commissione (ambulatori a bassa intensità, collaborazioni con medici di continuità assistenziale)”. Va poi facilitato “l’accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, rivedendo i tempi per le singole visite. Chiederemo che la presa in carico sia sempre garantita: l’agenda sospesa deve finire (Cup) perché non si può chiedere. Se un cittadino, a cui è risposto che deve attendere mesi per una visita, chiede all’Urp, ecco che spunta la visita”.
Il direttore Baldino ha replicato che sui punti nascita si sta discutendo con il Ministero. Sulla medicina di iniziativa “stiamo lavorando da anni: i medici non stanno in ambulatorio, ma agiscono di iniziativa (si occupano dei malati cronici, stimolano il paziente, lo convocano)”. Il potenziamento del territorio (case di comunità) “per noi è un punto di partenza per altre innovazioni: prossimità fisica e relazionale”. Occorre poi capire il fabbisogno di personale: “Oggi ci sono 6mila persone in più rispetto alla fine del 2019”. Il Piano pandemico è stato aggiornato, mentre sulle farmacie “si punta sui servizi integrati con il sistema sanitario regionale: dalla consulenza sul farmaco al monitoraggio all’adesione terapeutica del paziente (prende le medicine?)”.
Sull’efficientamento del Servizio, Baldino ha detto che, per accrescerlo, serve un salto con il progetto di logistica avanzata su tutta la regione. Riguardo ai farmaci “da sempre c’è il monitoraggio: è vero che è stato superato il tetto per i farmaci ospedalieri (mentre la spesa di quelli convenzionati, cioè in farmacia, è al di sotto della media nazionale). Infine, le perdite pregresse del 2011 sono dovute alla modifica dei criteri contabili. “Sul 2022 -ha affermato- la sanità regionale non ha debiti, ma un credito che non è onorato”. Se è vero che i sanitari non vaccinati “sarebbero utili, occorre, però, evitare il contagio negli ambienti ospedalieri. E negli ultimi anni non sono stati tagliati posti letto”. Liste d’attesa e appropriatezza delle prestazioni: “Se l’accesso alle prestazioni è gratuito una vigilanza contro gli abusi è essenziale”.
La vicepresidente Schlein ha ricordato l’investimento sul fondo per la non autosufficienza. Ci sono persone che scendono verso la povertà e vanno aiutati Comuni a fronteggiare le fragilità. Con le risorse garantite dall’assestamento vorremo rafforzare il fondo per il contrasto a disagio giovanile. È positivo che faremo il bando per il recupero alimentare: dall’acquisto di beni prima necessità, ai pasti caldi”.
L’assessore Calvano ha sottolineato come “nel rendiconto, le richieste di integrazione della Corte dei conti facciano parte del contraddittorio ed è normale che ci siano osservazioni e raccomandazioni. Noi rispondiamo sempre”. Il disavanzo del 2011-2013 (sono stati stanziati 20 milioni l’anno dalla Regione) è dovuto a un nuovo metodo di calcolo. “Le spese per il Covid -ha continuato- incideranno sui bilanci delle Regioni. Per il 2021, la giunta ha stanziato fondi per coprire il disavanzo, ma serve una mano da parte del governo. “Il decreto Aiuti bis -ha concluso Calvano- consente alle Regioni di attuare i benefici, esistenti dal 2015, del pay back su farmaci e dispositivi sanitari. Siamo in arretrato di 7 anni. Sarebbe un grosso aiuto per i bilanci (a livello nazionale si parla di 4 miliardi)”.
(Gianfranco Salvatori)