Ambiente e territorio

Mastacchi (Rete Civica): consentire l’uso di acqua piovana nei capanni di pesca e caccia

“La quasi totalità dei capanni ricade all’interno del preparco del Delta del Po, un ente preposto alla gestione delle zone naturali che dovrebbe incentivare il recupero dell’acqua piovana, rendendolo eventualmente anche obbligatorio, per evitare l’uso improprio di acqua potabile in quanto bene da preservare per i soli usi alimentari”

Consentire ai capanni da pesca e da caccia di recuperare l’acqua piovana allo scopo di irrigare il verde circostante.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Marco Mastacchi (Rete Civica) che ricorda come “stiamo attraversando la peggiore siccità degli ultimi 70 anni e per far fronte al problema idrico è necessario agire su più fronti: ridurre le perdite, ottimizzare i consumi e riutilizzare l’acqua piovana e le acque grigie. La raccolta di acqua piovana è stata una pratica ampiamente diffusa nel sud Italia per diversi secoli fino alla fine del ‘900. Raccolta in cisterne era poi riutilizzata per diversi usi quali l’irrigazione. La raccolta delle acque piovane è stata poi progressivamente abbandonata con l’arrivo degli acquedotti, ma è evidente come sia necessario trovare fonti alternative di acqua per usi che non richiedono acqua potabile e tornare quindi a utilizzare sistemi di accumulo diffuso”.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “se intende intervenire, coordinandosi con il comune di Ravenna e con il Parco del Delta del Po, affinché si consenta, integrando il regolamento, ai capanni da pesca e da caccia di recuperare l‘acqua piovana allo scopo di irrigare il verde circostante, realizzando anche in quel contesto il cambio di passo nell’attività di prevenzione ad oggi sempre più necessario per tutte le attività pubbliche e private, considerato che stiamo vivendo la peggiore siccità degli ultimi 70 anni, tanto che l’acqua salata del mare è addirittura risalita lungo il letto del Po”.

(Luca Molinari)

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