Con un question time in Aula, Europa verde chiede se il governo regionale, “in attesa di evidenze medico-scientifiche relative agli effetti non termici dell’esposizione a campi elettrici generati dalle radiofrequenze che escludano rischi sanitari per la popolazione, condivida la necessità di prendere posizione in tutte le sedi opportune a favore del principio di precauzione e contro ogni ipotesi di innalzamento delle soglie relative all’inquinamento elettromagnetico, esprimendosi quindi a favore del mantenimento sia della soglia di attenzione in vigore di 6 Volt/metro sia dell’attribuzione ai Comuni delle competenze in materia”.
A rispondere è stata l’assessore all’Ambiente: “La proposta di innalzamento dei limiti non è sostenibile e lo ribadiremo ogni volta che sarà necessario. Allo stato, la proposta di Assotelecomunicazioni non è stata presa in considerazione dalla commissione Attività produttive del Senato. L’Italia ha un quadro di regole e la deterrenza all’innalzamento limiti è contenuta in due leggi che tutelano la salute”.
Il Decreto legge Concorrenza, ha ricordato Europa Verde, ha chiesto un aumento per consentire lo sviluppo della tecnologia 5G. Inoltre, si vorrebbe esautorare i Comuni dalla possibilità di gestire i piani, individuare siti sensibili e altro. Nella risposta a un’interrogazione nel 2021, la giunta ricordava che l’assessorato e le Asl seguono gli sviluppi dei campi elettromagnetici. Nel 2011, ha sottolineato Europa Verde, una ricerca aveva stabilito possibili tumori al cervello, per un uso intenso del cellulare senza adottare le misure precauzionali come la distanza dal telefono dall’orecchio e le cuffie.
I rappresentanti di diversi enti, associazioni ambientaliste e comitati cittadini, ha aggiunto il partito ambientalista, “hanno sottoscritto una petizione al governo e al Parlamento” dicendosi preoccupati per l’ipotesi “dell’innalzamento del limite di esposizione elettromagnetica (da 6 a 61, ndr) correlata al rischio emergente di inquinamento elettromagnetico, originato anche dalle nuove esigenze di digitalizzazione, tra cui lo sviluppo della tecnologia 5G”. Diverse esperienze italiane e internazionali confermano che “il limite di 6 volt per metro è pienamente compatibile con l’espansione delle telecomunicazioni, e in particolare con il 5G”. Il limite di 61 volt per metro, ha concluso, “è correlato solo agli effetti termici, mentre non tiene conto delle numerose evidenze e indagini scientifiche che hanno dimostrato l’insorgenza di effetti biologici non termici, anche molto gravi, fino all’insorgere di forme tumorali”.
In Italia, dal 1988, i limite di esposizione ai Campi Elettrici a Radio Frequenza (CEMRF) è di 20 Volt/metro (40V/m per le onde centimetriche) “ per esposizioni brevi o occasionali, mentre il tetto di radiofrequenza (valore di attenzione) per il campo elettrico generato dalle radiofrequenze per esposizioni all’interno di edifici adibiti a permanenza non inferiore a quattro ore giornaliere è di 6 Volt/metro”.
(Gianfranco Salvatori)
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