La giunta “rispedisca all’Ente gestore del Parco del Delta del Po le modifiche al regolamento per la caccia, evitando un ulteriore peggioramento della tutela ambientale delle aree contigue del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, in particolare, in materia di indice di densità venatoria, e ciò anche alla luce e sulla base del parere contenuto nella nota di ISPRA, prot. n. 47252, del 9 settembre 2021 e, comunque, almeno intervenga affinché le modifiche al Regolamento siano sottoposte a valutazione di incidenza ambientale (Vinca)”. Quanto sta succedendo, “è il ritratto di un fallimento su un territorio che la Regione non tutela. Lo ha già detto Ispra. Il Parco, nel ravennate, è una sorta di mirabilandia per i cacciatori”.
E’ quanto chiesto e affermato in un question time dal Gruppo Misto, a cui ha risposto la giunta. “La proposta di modifica è in fase istruttoria ed è riferita al regolamento vigente. Da ciò che emerge, dalla prossima stagione venatoria è prevista una riduzione dei tesserini nel comprensorio ravennate, dove la densità di cacciatori era superiore ad altre zone. La proposta di modifica dovrebbe essere migliorativa. La modifica stabilisce la riduzione annuale, pari al 5% dei capi. Per la caccia, siamo in attesa di avere il parere dell’assessorato. La Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) in questa fase non c’è, ma è un aspetto che approfondiremo con il Parco”.
Il Gruppo Misto ha replicato che “è stata riconosciuta una dimenticanza grave. Chiediamo la Vinca, basta con la linea del lasciar fare. Succede troppo sotto i vostri occhi e voi lasciate fare”.
Secondo il Misto, le modifiche proposte al Regolamento per la gestione dell’attività venatoria “peggiorano, ulteriormente, il già pessimo Regolamento vigente” che ISPRA aveva ritenuto non contenere “elementi di discontinuità rispetto alla passata gestione e che le misure previste non possono determinare un significativo decremento della pressione venatoria diretta e indiretta”. La consigliera ha elencato i punti critici: numero eccessivo di cacciatori ammessi in zone pinetali, lunghi periodi per la caccia al Colombaccio, possibilità di svolgere gare cinofile, densità di cacciatori raddoppiata nel ravennate rispetto al ferrarese”. Mancano, poi, contenuti tecnico-scientifici a sostegno delle normative regionali. “L’obiettivo del regolamento è il mantenimento dello status quo.
“Alla beffa di questi ulteriori peggioramenti -continua il Gruppo Misto- si aggiunge l’assenza della Valutazione di incidenza sulle modifiche proposte; infatti, come si legge nella delibera, si ritiene ‘necessario non sottoporre le proposte di adeguamento al Regolamento a Valutazione di incidenza in quanto non alterano significativamente la sostenibilità ambientale dell’attività venatoria rispetto alla conservazione di habitat e specie animali presenti’ mentre è vero esattamente il contrario”.
(Gianfranco Salvatori)
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