Ambiente e territorio

Rete Civica: “Chiarire le quantità di rifiuti bruciate nell’inceneritore di Ferrara”

Per l’emergenza sanitaria, si afferma in un’interrogazione da Rete Civica, la quantità era passata da 130mila a 142mila tonnellate “ma ora l’emergenza è finita”

La quantità di rifiuti bruciati nell’inceneritore di Ferrara, le cause per l’assenza della Consulta locale e quale materiale stia incenerendo l’impianto: sono le tre richieste avanzate alla giunta regionale da Rete Civica in un’interrogazione.

Il periodo di emergenza sanitaria aveva consentito alla Regione Emilia-Romagna, con un decreto del 2020, di far affluire più rifiuti all’impianto, portando la quantità di incenerimento da 130mila a 142mila tonnellate, compreso il materiale proveniente dai comuni di Alfonsine e Conselice della provincia di Ravenna. Ora l’emergenza è terminata, afferma Rete Civica, il decreto prevedeva il ritorno alla quota di 130mila tonnellate.

Il gruppo consiliare vuole così sapere “perché non si torni a quella quantità e non si brucino solo i rifiuti della provincia di Ferrara”. Inoltre, si vuole conoscere “quanto e cosa sta bruciando attualmente l’inceneritore di Ferrara, considerato che il nuovo Piano rifiuti 2022-2027 riporta effettivamente per l’inceneritore di Ferrara, per il 2019, una capacità autorizzata di 130mila tonnellate all’anno e un totale di rifiuti trattati pari a 129.987 tonnellate, e non sembra prevedere aumenti delle quantità fino al 2027”. Infine, Rete Civica chiede “per quale motivo a Ferrara la Consulta locale (prevista dalla legge regionale 23 del 2011) non sia stata istituita”. La partecipazione dei portatori di interesse dipende dalle Consulte locali, ma a Ferrara questo organo, che esiste in altre province,  “è assente”.

(Gianfranco Salvatori)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 21 luglio 2022 è soggetta alle disposizioni in materia di par condicio

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