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Nuovo Programma di sviluppo rurale: agli agricoltori 132 milioni in più rispetto al precedente

Illustrato in commissione Politiche economiche il completamento del programma. La Regione dovrà inviare al governo il documento entro la fine del mese. Triplicate le risorse per i danni dei cambiamenti climatici. Fra gli altri punti, attenzione alla montagna, ai giovani, alle produzioni di qualità e all’ambiente

È stata illustrata in commissione Politiche economiche la delibera della giunta sul “Complemento di programmazione per lo sviluppo rurale del Programma strategico della PAC 2023-2027 della Regione Emilia-Romagna”. L’assessore all’Agricoltura ha detto che “entro il 30 settembre si dovrà presentare al governo la proposta dell’Emilia-Romagna che l’esecutivo discuterà poi con la Commissione europea. Il nostro impegno è quello di far uscire una decina di bandi della nuova programmazione 2023-207 prima della fine 2022”. Nella seduta sono anche stati nominati i relatori di maggioranza (Partito democratico) e minoranza (Lega). Eventuali emendamenti e osservazioni saranno presentate dai consiglieri la prossima settimana.

Se si uniscono le risorse per il 2021-2022 e quelle per il 2023-2027, è stato detto nella relazione, gli agricoltori della regione avranno 132 milioni in più rispetto al precedente settennio, anche se all’inizio c’era un’ipotesi di riduzione del 18%. “Il Covid ha fatto comprendere il valore strategico dell’agroalimentare. La Ue ha individuato più risorse (anche con il Next generation dedicato all’agricoltura) così come lo Stato e le Regioni: il risultato è stato quello di avere 913 milioni di euro in più nel periodo 2023-2027”. L’agricoltura, è stato ricordato, ha continuato ad avere risorse anche nel 2021-2022, senza sospensioni, e finora sono 408 i milioni già messi a bando, alcuni in via di erogazione.

Fra i tanti punti del complesso e corposo documento, l’assessore ha sottolineato come siano triplicate le risorse – il piano nazionale prevede 700 milioni di euro – per aiutare gli agricoltori a difendersi dalle calamità climatiche (ma anche dagli insetti che distruggono le coltivazioni) e per la creazione di fondi mutualistici.

Sono 4 i macro obiettivi del Psr (Piano di sviluppo rurale) su cui la Regione metterà i 913 milioni di euro: competitività e imprese, ambiente e clima, sviluppo socio economico delle aree rurali, conoscenza e innovazione.

Circa 300 milioni per la competitività e il reddito delle aziende (oltre 100 milioni alle aziende di montagna e territori svantaggiati e 120 milioni per l’innovazione e la trasformazione; 40 i milioni per le imprese condotte da giovani).

L’ambiente, il clima, la sostenibilità, potranno contare su 400 milioni dedicati, fra gli altri, alla riduzione delle emissioni e dei fitofarmaci, alla tutela della biodiversità, alle produzioni integrate e biologiche, alla tutela delle razze pregiate negli allevamenti e al benessere animale. Importanti i 20 milioni per la creazione di laghetti e invasi per la raccolta delle acque.

L’assessore, poi, ha evidenziato gli obiettivi comunitari e regionali mostrando come la Regione in alcuni casi sia già oltre i limiti fissati. L’Ue prevede di investire almeno il 35% delle risorse nell’agroambiente e nel clima (siamo oltre il 44%); la misura per i Gruppi di azione locale (Gal) è del 5%, ma l’Emilia-Romagna è al 6,4%; la Ue indica in almeno 10% le risorse per le aree montane, mentre in regione si è al 18%.

L’assessorato ha indicato le priorità del Psr: sostenere l’occupazione, la crescita e il reddito delle imprese, la qualità della produzione e la dignità della sicurezza dei lavoratori; il ricambio generazionale; la qualità dell’ambiente che affronta il cambiamento climatico e la riduzione della chimica; sostegno al biologico e anche agli allevamenti e alle razze in via di estinzione; sostegno al settore forestale; promozione della digitalizzazione e dell’innovazione; attrattività dei territori marginali evitando lo spopolamento e garantendo sicurezza ai territori.

Accanto a queste, ci sono 4 priorità trasversali: attenzione ai giovani, alle produzioni sostenibili e di qualità, alle aree montane e interne, alle imprese condotte da donne.

Il Piano nazionale, ha concluso il titolare dell’Agricoltura illustrando alcuni dei punti principali, prevede misure e bandi “che vanno letti insieme con i bandi nazionali in uscita: ad esempio, il parco agrisolare avrà 1,5 miliardi (fotovoltaico su tetti delle imprese agricole, rimozione dell’amianto); 800 milioni per migliorare la logistica dei prodotti; 500 milioni di investimento sulla meccanizzazione; 1,2 miliardi per i contratti di filiera e di distretto, importanti perché in regione ci sono filiere forti e strutturate. Inoltre, sono stimati circa 2 miliardi per lo sviluppo di impianti di biometano per il recuperare di liquami e scarti vegetali. Alle bonifiche e all’investimento sull’acqua sono dedicati 800 milioni, mentre 1 miliardo sarà destinato allo sviluppo dell’agrivoltaico e 2,5 miliardi per la prevenzione del rischio idrogeologico.

(Gianfranco Salvatori)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 21 luglio 2022 è soggetta alle disposizioni in materia di par condicio

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