“Sensibilizzare le aziende e le multiutilities regionali, i cui impianti di teleriscaldamento generano calore dalla combustione di rifiuto, per favorire una differente modulazione delle tariffe orientata ai costi effettivamente sostenuti e generare così una scontistica a favore di famiglie e imprese”.
La richiesta arriva dalla Lega con un’interrogazione a risposta immediata in aula rivolta al governo regionale.
La Lega, nel rilevare che “Iren ha sospeso il teleriscaldamento in 54 condomini a Parma a seguito di morosità legate all’aumento dei costi del servizio”, spiega che “nel corso degli anni si è venuta a creare una situazione di monopolio naturale sul teleriscaldamento da parte della multiutility nei confronti degli utenti allacciati alla rete”. Per il conferimento del rifiuto da bruciare nell’impianto per la produzione di calore, si esplicita, “ogni utenza domestica e non domestica è tenuta al pagamento di una tassa che copre totalmente i costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento”. Appare chiaro, si conclude dal Carroccio, “che dove il calore necessario al servizio del teleriscaldamento viene prodotto prevalentemente, se non totalmente, dalla termovalorizzazione dei rifiuti si potrebbe valutare, almeno per un periodo contenuto come quello dell’attuale del caro energia, l’applicazione di un metodo di calcolo differente più orientato ai costi effettivamente sostenuti nella gestione”.
La risposta arriva, in Assemblea, dall’assessorato regionale, che ribadisce l’interessamento della Regione Emilia-Romagna sulle sospensioni del servizio da parte di Iren a Parma. “A Parma – si sottolinea poi sulla questione termovalorizzatori – il 56 per cento del calore generato deriva dalla combustione dei rifiuti, un sistema virtuoso che non deve essere penalizzato”. Occorre quindi che Roma, si sollecita dalla giunta regionale sullo stesso tema, “riduca oneri di sistema e Iva”.
(Cristian Casali)
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