La Regione Emilia-Romagna entrerà a far parte dell’European chemical regions network (Ecrn), la rete che riunisce le regioni europee in cui l’industria chimica svolge un ruolo importante nello sviluppo economico, nella crescita e nell’occupazione. Il progetto di legge d’iniziativa di giunta che prevede la partecipazione all’Ecrn è stato illustrato in commissione Bilancio.
L’adesione all’associazione Ecrn (costituita nel 2018 in Belgio) è finalizzata a rafforzare la partecipazione a progetti di ricerca e innovazione europei valorizzando i territori a forte vocazione chimica. La quota associativa autorizzata dalla Regione per l’adesione, negli anni 2022, 2023 e 2024 è di 11mila euro all’anno. Attualmente aderiscono già nove amministrazioni (tra cui la Lombardia) di cinque Paesi.
Per il Partito democratico “questa operazione è strategica per l’Emilia-Romagna dove il settore della chimica è forte. Ricerca, scienza e università sono parte integrante degli obiettivi di questo progetto di legge che formalizza l’adesione alla rete europea. Le finalità della rete si legano benissimo anche con Patto per il lavoro e per il clima, punto di riferimento della nostra politica industriale, ambientale ed energetica”.
La giunta ha sottolineato: “Questa proposta nasce dall’esigenza di mettere al centro la valenza strategica dei petrolchimici di Ferrara e Ravenna con l’indotto e le filiere che vi ruotano intorno. Come Regione Emilia-Romagna abbiamo già relazioni con altre regioni che rappresentano l’80% del settore chimico in Europa e a breve saremo pronti per una convenzione con le nostre università, a partire dal corso in scienze chimiche di Ferrara che coordinerà il progetto. Il lavoro che ci aspetta deve portare a un patto d’area di sviluppo green anche sul petrolchimico di Ravenna sul quale concentreremo i sistemi energetici. Non si fa transizione green senza chimica perché la chimica serve all’elaborazione e allo studio delle materie prime”.
(Lucia Paci)
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