Comprendere anche gli animali selvatici nelle convenzioni per la “raccolta, trasporto, cura, riabilitazione e liberazione dei capi di fauna selvatica feriti o in difficoltà sul territorio di riferimento”.
La consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) lo chiede alla Regione, con una interrogazione in cui scrive se la giunta non ritenga opportuno, per le convenzioni in essere o per quelle future, eliminare “l’esclusione della fauna selvatica oggetto dei piani di controllo o prelievi in deroga o specie alloctone invasive omeoterme (storno, piccione, gazza, ghiandaia, cornacchia, cinghiale, volpe)”.
A occuparsi della fauna selvatica in difficoltà sono i 14 punti regionali Cras (centri per il recupero degli animali selvatici, gestiti da volontari e senza scopo di lucro, si legge nell’interrogazione di Gibertoni, “e queste strutture, oltre a svolgere la loro funzione primaria, hanno contribuito a diffondere un’aumentata sensibilità nei confronti della fauna selvatica che ha reso possibile nel tempo effettuare molti recuperi grazie alle segnalazioni di cittadini consapevoli dell’importanza della tutela e della conservazione degli animali selvatici”.
Una delibera del 2021 esclude, però, dalle attività di recupero e cura la fauna selvatica “oggetto dei piani di controllo o prelievi in deroga o specie alloctone invasive omeoterme (storno, piccione, gazza, ghiandaia, cornacchia, cinghiale, volpe), adottati al fine di prevenire gravi danni alla biodiversità o all’agricoltura”. Un’esclusione, conclude la capogruppo del Misto, “inutilmente crudele, che “ha come conseguenza che spesso animali investiti sulle strade o comunque trovati in condizioni di difficoltà, vengono lasciati agonizzanti sull’asfalto, o nel luogo in cui si trovano, in particolare, ciò è accaduto, anche recentemente, per esemplari di volpe”.
(Gianfranco Salvatori)