Oltre 3 miliardi di euro di Fondi europei da qui al 2027, 900 milioni di euro in più rispetto al precedente settennato. A cui si aggiungono i fondi del Pnrr, a oggi quasi 5 miliardi di euro assegnati, per un totale che sfiora gli 8 miliardi di euro. La Regione italiana al top nella gestione dei fondi europei punta ancora su Bruxelles per il “rilancio” post Coronavirus a fronte della difficile situazione creatasi a seguito della guerra in Ucraina e dell’impennata dell’inflazione che sta facendo crescere in maniera drammatica il costo delle bollette di luce e gas.
A confermalo sono le parole pronunciate tanto dalla presidente dell’Assemblea legislativa regionale Emma Petitti, quanto dal Presidente della Regione Stefano Bonaccini nel corso di “Opportunità europee per il rilancio dell’Emilia-Romagna: Next Generation EU, Bilancio europeo e BEI”, il convegno svoltosi nella sede dell’Assemblea legislativa e realizzato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, la Rappresentanza della Commissione europea in Italia e Europe Direct Emilia-Romagna.
“In questi anni di crisi, l’Unione europea ha dimostrato e sta dimostrando quanto può realizzare quando è unita. Grazie alla sua forza e alla sua capacità di reazione l’Unione ha messo in campo strumenti straordinari attraverso cui promuovere lo sviluppo economico, sostenendo la transizione ecologica, la trasformazione digitale e naturalmente la coesione sociale”, spiega la presidente Petitti, per la quale “sono questi gli obiettivi del Next generation EU attraverso il quale l’Unione europea vuole migliorare la vita delle persone, del lavoro e del pianeta. La crisi quindi, declinata come opportunità: opportunità di disporre di nuove e ingenti risorse economiche, ma anche opportunità di riscrivere il futuro dell’unione europea, del nostro paese e dei nostri giovani, ai quali vogliamo lasciare un mondo migliore”.
Carlo Corazza (direttore del Parlamento europeo in Italia) ricorda come “nell’essere grati alla Regione Emilia-Romagna e all’Assemblea legislativa per questa iniziativa vogliamo ricordare l’importanza dell’azione dell’Unione europea: in questi anni di crisi (debiti sovrani, Coronavirus, oggi il caro bollette e la guerra in Ucraina, ndr) abbiamo visto che l’Ue è un edificio incompleto, ma si lavora per cambiarla andando incontro alle esigenze dei cittadini, anche prevedendo titoli di Stato europei garantiti da risorse proprie europee. Serve creare una politica europea per energia e difesa e un Tesoro unico europeo”. Sulla stessa linea Massimo Gaudina (rappresentante della Commissione europea Ufficio di Milano) per il quale “in Europa e in Italia non c’è mai stata una così alta disponibilità di risorse per cittadini e imprese. Il nostro Paese non ha mai avuto tante opportunità e tante sfide su cui il governo nazionale e quelli locali si stanno confrontando. Abbiamo fatto questo convegno in Emilia-Romagna perché è la Regione più virtuosa per l’uso dei fondi europei”.
Il convegno è stato introdotto dalla relazione del sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna Davide Baruffi, che ha ricordato, a testimonianza della capacità di progettazione e di solidarietà messa in campo, la qualità e quantità delle risorse mobilitate dall’Unione Europea nel pieno della pandemia. “L’Emilia-Romagna vuole cogliere appieno le opportunità offerta da un‘Europa che, di fronte alla pandemia, si è mostrata unita e solidale. Una dotazione crescente di risorse -ha spiegato Baruffi- che necessita ora più che mai di una visione strategica e unitaria nella programmazione; di integrazione e complementarità nell’utilizzo; di tempestività e scelte chiare rispetto ad alcuni temi di fondo condivisi all’interno del Patto per il Lavoro e il clima . E di un nuovo protagonismo delle comunità locali, fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, ma anche per ricucire le diseguaglianze territoriali, a partire dalla montagna e dalle aree periferiche”.
Il primo focus operativo dei lavori ha visto protagonista la vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (Bei) Gelsomina Vigliotti che ha sottolineato come “le Istituzioni europee e locali devono lavorare insieme affinché le risorse arrivino nel modo migliore ai cittadini”.
A seguire un interessante confronto tra il responsabile Affari europei di Cassa Depositi e Prestiti Massimo D’Eufemia (“Cassa Depositi e Prestiti gestisce non solo il PNRR, che, con oltre 200 miliardi di dotazione, è un vero e proprio Piano Marshall per il Paese, ma a questo affianca anche una puntuale azione di consulenza nei confronti delle amministrazioni più piccole per la definizione dei singoli progetti e del loro iter” ) e il Capo Team Affari economici Rappresentanza in Italia della Commissione europea Adelaide Mozzi (“Con Next Generation Eu vogliamo rafforzare il Bilancio europeo affiancando ai tradizionali campi di investimento come è l’agricoltura, nuovi terreni di intervento dalla difesa alla ricerca. È uno strumento innovativo con un grande effetto ridistributivo”). Il coordinamento di questo primo panel operativo è stato affidato a Valentina Castaldini, consigliera regionale coordinatrice dei lavori intercommissioni dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna sul PNRR, la quale ha sottolineato come la Regione, fra i diversi primati che annovera, “ha anche il merito di essere stata la prima ad ascoltare le opposizioni e coinvolgerle per aiutare sindaci e territori ad accedere ai bandi europei, soprattutto quelli che riguardano il PNRR”. La coordinatrice ha poi ricordato la responsabilità epocale che ha la politica italiana: “Mettere insieme tutti i pezzi del sistema per vincere l’importantissima gara del coordinamento tra fondi strutturali e quelli del piano nazionale di ripresa e resilienza”.
La seconda sezione dei lavori ha visto protagonisti i tecnici regionali, con gli interventi dei Direttori generali della Regione Francesco R. Frieri (“tutti i temi trattati nel convegno di oggi sono figli di una programmazione unitaria che la giunta vuole attuare e che si declina in un’unica tastiera di fondi a cui tutti i soggetti pubblici e privati possono attingere per un’azione di perequazione”), Morena Diazzi (“Abbiamo cercato di rendere la nostra programmazione dei fondi europei più vicina ai territori; ringrazio l’Assemblea legislativa per essere stata veloce nell’approvazione dei nostri programma in modo da essere la prima Regione in Italia ad aver approvato le programmazioni europee. Fra le quote Ue, nazionale e regionale di Fesr e Fse sono in campo risorse pari a oltre 2 miliardi di euro”) e Valtiero Mazzoli (“il settore agroalimentare produce l’11% del prodotto nazionale e rappresenta la seconda voce del bilancio regionale con oltre 24 miliardi di fatturato globale”), che, coordinati dal Direttore Generale dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Leonardo Draghetti (“L’Emilia-Romagna ha a disposizione ingenti risorse europee per il futuro dell’Emilia-Romagna per sostenere un’economia più green e digitale e per la coesione sociale”), hanno fornito interessanti approfondimenti operativi sul PNRR in Regione, sui programmi regionali FESR e FSE e la loro integrazione con il programma europeo Horizon e sul sistema agricolo regionale nel nuovo Piano Strategico della Politica Agricola Comunitaria.
Nella terza sezione del convegno, infine, spazio a una serie di videointerviste a player istituzionali, economici e sociali del territorio regionale che hanno aperto il confronto tra gli assessori regionali Vincenzo Colla (Sviluppo economico e green economy, lavoro e formazione), Alessio Mammi (Agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca) e i parlamentari europei Alessandra Basso (“l’Europa, tramite i fondi dedicati alla coesione sociale, deve concentrarsi in maniera particolare dei disabili. I cittadini con fragilità devono diventare sempre più parte attiva del tessuto sociale, economico e politico, tanto dell’Europa che delle regioni italiane”), Brando Benifei (“Servono politiche sempre più integrate tra parlamento europeo e regioni, soprattutto per combattere la fuga dei cervelli e per attrarre eccellenze anche dall’esterno”) e Sabrina Pignedoli (“Bisogna impegnarsi per contrastare infiltrazioni criminali nella gestione dei fondi europei, così come evitare frodi e sprechi e per questo serve un monitoraggio permanente delle risorse europee”).
“Con i fondi europei l’Emilia-Romagna è impegnata a sostenere l’innovazione e la transizione eco- sostenibile del suo sistema economico, garantendo coesione sociale e lavoro di qualità attraverso un forte investimento sulle politiche attive. Vogliamo che l’Emilia-Romagna sia attrattiva non solo per gli investimenti, ma anche per le migliori giovani teste, affinché possano portare competenze nuove e favorire uno sviluppo sostenibile del territorio. Proprio a tale scopo, entro l’autunno faremo una legge per attrarre e trattenere talenti”, spiega l’assessore Colla, che invita la politica a occuparsi dei temi della natalità (“Argomento che non è né di destra né di sinistra, ma che riguarda il futuro: servono investimenti in quella direzione”) e per una politica dell’immigrazione che “non sia né buonismo né militarismo, ma una gestione corretta che guardi al futuro considerando che da qui passa il valore aggiunto per la tenuta del welfare europeo”.
Dal canto suo l’assessore Mammi ha sottolineato come “ammontano a 913,2 milioni di euro i fondi per lo sviluppo rurale da qui al 2027, cifra che pone la regione al primo posto per valore delle risorse ottenute fra le Regioni del Centro-Nord, e aumenta di 132 milioni di euro i finanziamenti per il settennio in corso. Gli obiettivi sono il sostegno alla competitività e al reddito delle imprese; la sostenibilità ambientale dei processi produttivi e delle colture e lo sviluppo equilibrato dei territori e della ruralità, a partire dalle aree montane e interne. Lavoriamo per supportare e promuovere il sistema agricolo e agroindustriale regionale e i territori rurali, l’insediamento dei giovani imprenditori, la competitività. L’Europa- chiude Mammi-, che deve darsi l’obiettivo di tenere al centro delle proprie politiche i territori, le loro peculiarità e la produzione di cibo sicuro e di qualità, è il contesto nel quale vanno sviluppate opportunità per le imprese agricole e le alleanze per raggiungere comuni risultati”.
A riassumere l’intera giornata di confronto sono le parole del presidente della Regione Stefano Bonaccini, il quale ha confermato il ruolo di assoluta rilevanza dell’Emilia-Romagna nell’uso delle risorse comunitarie. “Da qui al 2027 l’Emilia-Romagna potrà contare su oltre 3 miliardi di euro di Fondi europei, 900 milioni di euro in più rispetto al precedente settennato. Un risultato che premia la capacità di programmazione e di spesa di una regione tra le più virtuose. Né dobbiamo dimenticare -sottolinea il presidente della Regione- le risorse del Pnrr: ad oggi quasi 5 miliardi di euro assegnati, grazie alla progettazione portata avanti insieme a tutto il sistema regionale. Una mole di risorse inedita per costruire l’Emilia-Romagna dell’innovazione, della transizione ecologica e digitale, dei giovani e del lavoro. Oggi bisogna fare i conti con il mutato scenario dei prezzi. Molte gare sono andate o rischiano di andare deserte. Per questo chiedo che il nuovo governo, non appena insediato, convochi un tavolo dedicato insieme alle parti sociali, le Regioni e gli Enti locali per individuare soluzioni efficaci e condivise”. Bonaccini ha anche blindato il Pnrr (“Chi volesse cambiarlo non sa di cosa si sta parlando”) e, nel confermare la collaborazione istituzionale con qualunque governo avrà la fiducia dal Parlamento nelle prossime settimane, ha chiesto l’immediata convocazione di un tavolo nazionale per affrontare il carobollette, temendo una spirale di recessione ampia e bandi e gare d’appalto deserte perché le aziende, spaventate dal caro energia e dal caro materie prime, non hanno interesse a partecipare a gare d’appalto per lavori di cui poi non sanno i reali costi.
(Luca Boccaletti e Luca Molinari)