Ambiente e territorio

Occhi (Lega): “Discarica di Tiedoli, risolvere il problema del percolato e del suo smaltimento”

I teli che coprono i rifiuti sono stati danneggiati da pioggia e caldo e l’acqua piovana diventa un percolato pericoloso per l’ambiente, rischiando di inquinare le falde acquifere, e per i cittadini

Risolvere il problema del percolato e del suo smaltimento nella discarica di Tiedoli, nel comune di Borgo Val di Taro (Parma).

A chiedere alla giunta se sia a conoscenza dei diversi problemi della discarica sono i consiglieri della Lega Emiliano Occhi e Fabio Rainieri con un’interrogazione. Alla Regione chiedono se sia a conoscenza “della problematica relativa al percolato prodotto dall’acqua piovana, se intenda porvi rimedio e in quali tempistiche, di come stia evolvendo la gestione della discarica a fronte del subentro di Iren e se si abbia una data certa sulle tempistiche del ‘post mortem’”.

L’impianto attivato nel 1991, oggi in disuso per il conferimento dei rifiuti solidi urbani della Comunità montana, ha una potenzialità di 543mila metri cubi. Dal 2021, la discarica è gestita da Iren. In passato “la gestione e la manutenzione era in capo ai Comuni dell’Unione e a loro volta i costi di gestione ricadevano sulle bollettazioni dei singoli cittadini, che si sono trovati a dover far fronte a spese molto ingenti per riuscire a gestire in modo corretto la discarica” che si trova in una zona a rischio franoso.

Di recente, continuano Occhi e Rainieri, “si è creata un’ulteriore situazione di grave pericolosità in quanto i teli che coprono attualmente la quantità di rifiuti presente in discarica hanno subito danni anche a causa delle continue precipitazioni atmosferiche e delle elevate temperature estive e pertanto le precipitazioni piovose diventano anch’esse un percolato altamente inquinante che rischia di entrare in contatto con il terreno e con le falde acquifere sotterranee, generando un grave danno ambientale e più elevati costi di gestione per i comuni”.

I consiglieri leghisti concludono sottolineando che non c’è più un impianto di disidratazione e che la discarica è a ridosso del torrente Taro “e in una zona di pericolosità per quanto riguarda il rischio idrogeologico”. Per questo motivo è necessario agire al fine di “evitare danni non solo alla salute dei cittadini ma anche alle attività economiche che si trovano nella zona”.

(Gianfranco Salvatori)

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