È stata presentata la relazione su “Interventi per il trasporto ferroviario e fluviomarittimo delle merci”. La clausola valutativa è stata presentata dall’assessore ai Trasporti, Andrea Corsini, in commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro.
La legge 30 del 2019 ha concesso sostegni per favorire il trasporto ferroviario delle merci, sgravando le strade. “Le risorse 2023-2025 saranno triplicate rispetto al triennio precedente 2020-2022 -ha detto Corsini- per avvicinarci all’obiettivo stabilito dalla Ue per il traffico su ferro”. E aumenta anche il trasporto merci su ferro rispetto alla gomma.
“Era previsto anche un incentivo alle merci sulle vie navigabili -ha scandito Corsini- ma ci sono problemi infrastrutturali e stiamo cercando di intervenire per rendere i ponti più sicuri e garantire navigabilità sugli assi fluviali della regione”.
Gli incentivi della legge regionale 30 incentivano, fra gli altri i collegamenti, i retro-porti, il trasporto ferroviario intermodale e tradizionale. La Regione nel triennio 2020-2022 ha assegnato 1 milione euro l’anno (il 90% al ferro e il 10% al settore fluviale). L’importo massimo è di 150mila euro l’anno. I benefici attesi sono quelli di togliere dalla strada 110mila veicoli pesanti. Le risorse sono state assegnate a 13 imprese, per il primo anno. Per il 2021 e 2022 saranno finanziate 14 imprese e 26 servizi. Nel triennio 2023-2025 saranno nove i milioni da assegnare.
Importante, secondo l’assessore, è “l’incremento del traffico merci da e per il porto di Ravenna, che nel triennio è passato da 7mila a 9mila treni l’anno”.
Secondo Michele Facci (Lega) “siamo lontani dall’obiettivo di togliere dalla strada 110mila mezzi pesanti diesel: nei primi due anni si è arrivati a 56mila veicoli. La misura non funziona. Inoltre, si parla di triplicare il bonus. Questo, però, non è stato sfruttato, se è vero che il primo anno sono stati assegnati solo 375mila euro (al netto del 5%) su 1 milione e nel secondo anno 577mila su 923mila euro previsti. Va cambiato il meccanismo di regolamentazione della misura, perché non è appetibile. Segnalo anche che, per il secondo anno, la richiesta di risorse per il trasporto fluviale è pari a zero. La misura è stata mal strutturata”.
Andrea Costa (Partito democratico) ha scandito come “la relazione dimostri che i lavori siano in corso e che si risente ancora della crisi pandemica, soprattutto nel settore della logistica. Dalla relazione, emerge che il porto di Ravenna ha visto la presenza di 9.022 treni, con una crescita del 21,4% rispetto al 2021 e del 28,3% sul 2019. A Ravenna sui 35km di binari sono state trasportate quasi 4 milioni di tonnellate di merci, con una crescita del 26% sul 2021 e del 10% sul 2019. C’è una progressione in atto. Si consolidano linee di trasporto sostenibili ed è ingiusto dire che non c’è una progressione. Positivo l’aumento delle risorse. Infine, è stato dimostrato che c’è meno consumo di energia con il trasporto su ferro rispetto alla gomma, un fattore più competitivo per le imprese”.
L’assessore Corsini ha replicato affermando che “la lettura dei dati avviene in diversi modi. Mai detto che gli obiettivi sono stati tutti raggiunti. I numeri dimostrano che la scelta è stata giusta, anche se ci saranno correzioni. Ci sono risorse, ma per un sistema sempre più affidabile servono investimenti infrastrutturali, in particolare nei due interporti di Bologna e Parma”.
(Gianfranco Salvatori)