La Regione faccia chiarezza sulla moria di centinaia di pesci segnalata dai cittadini in diversi punti del “Canale Calvetro” tra le province di Reggio Emilia e Modena.
A chiedere alla giunta di far luce su questo episodio è la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto), la quale scrive che i pesci morti sarebbero “rimasti intrappolati e morenti nelle ultime residue pozze d’acqua rimaste, dopo che il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale aveva provveduto all’operazione di svuotamento dello stesso canale”. Episodi simili si erano verificati nei giorni scorsi in altri canali della Bassa padana, in particolare a Luzzara, Guastalla, da Reggiolo fino a Bagnolo, Novellara, Correggio e San Martino in Rio.
I cittadini, continua Gibertoni, avrebbero contattato il consorzio di bonifica il quale avrebbe risposto che “non sarebbe possibile lasciare acqua nel “Canale Calvetro” poiché ciò comporterebbe l’aumento del livello idrico di altri canali limitrofi i quali, in caso di precipitazioni eccezionali, potrebbero andare incontro ad eventuali esondazioni”. Inoltre, dal 15 settembre “gli impianti per alimentare i canali siano stati spenti per non essere più riattivati, anche per questioni di risparmio energetico”.
Gibertoni ha così chiesto spiegazioni alla Regione elencando una serie di quesiti a partire dal fatto se la giunta “non ritenga inammissibile che la fauna ittica presente nei canali del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale sia lasciata morire sotto gli occhi dei cittadini impossibilitati ad intervenire”. Oltre al tipo, alla quantità di pesci morti e al loro smaltimento si chiede se “effettivamente il canale interessato dalla moria sia, allo stesso tempo, parte della rete scolante e della rete irrigua e, quindi, sia interessato, al termine della stagione irrigua dalla sospensione dell’immissione di acqua derivata per i fini irrigui e dal conseguente abbassamento del livello di battente idraulico”. Inoltre, la consigliera vuole sapere se il Consorzio di bonifica abbia segnalato alla Regione le “variazioni di livello nei canali di bonifica svolgendo queste ultime operazioni, con tempi e modalità idonei a minimizzare l’impatto sulla conservazione del patrimonio ittico, ovvero, a favorirne il recupero ed il successivo trasferimento” e se intenda sollecitare i Consorzi ad agire per salvaguardare la fauna ittica obbligandoli a recuperare la fauna ittica in difficoltà. Infine, la Consigliera chiede di avviare uno studio sull’opportunità di mantenere nei canali un livello minimo prestabilito di battente d’acqua e di estendere a tutti i Consorzi il sistema del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara “che utilizzerebbe un sistema operativo che vede coinvolte le proprie squadre territoriali nel monitoraggio costante della rete idrica di competenza con capacità di intervento tempestivo nel caso di segnalazioni di sofferenza/moria e sversamenti, sia nei giorni feriali sia festivi”.
(Gianfranco Salvatori)