Funzione inclusiva, impegno per il lavoro delle persone più fragili e svantaggiate, obiettivi da raggiungere in collaborazione con il terzo settore. Forte impegno per la formazione dei lavoratori e per la presa in cura dei bambini in età prescolare attraverso gli “agrinidi” e altri momenti ricreativi ed educativi. Grande rilevanza per le attività mediche e sociali collegabili al mondo rurale. In sintesi: lungo la via Emilia l’agricoltura sociale diventa realtà.
La commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini ha dato il via libera alle “Norme in materia di agricoltura sociale”. Approvazione delle disposizioni attuative”. Si tratta delle regole per dare seguito alla legge regionale sull’agricoltura sociale approvata lo scorso gennaio il cui obiettivo è quello di promuovere il settore agricolo, uno dei più importanti dell’economia emiliano-romagnola. Ora il testo tornerà in giunta in vista dell’approvazione della relativa delibera.
Dalla relazione presentata in commissione emerge un mondo fortemente impegnato a coniugare agricoltura e welfare. Importanti anche i numeri: in Emilia-Romagna ci sono già 67 fattorie sociali e operano 42 cooperative sociali impegnate in agricoltura.
E il futuro? Si sta lavorando per mettere a regime l’albo delle fattorie sociali a cui le varie aziende agricole impegnate nel welfare dovranno iscriversi.
“Questa è una legge importante che potrà arricchire la nostra comunità, vogliamo dare risposte nuove a nuove esigenza”, spiega l’assessore Alessio Mammi, che sottolinea l’importanza che il personale impegnato in queste attività sia di qualità e quindi formato professionalmente.
“È molto importante che la legge prenda effettivamente corpo e che si punti sulla formazione dei lavoratori”, spiega Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) per il quale ci vuole molta chiarezza anche sulla tipologia e sulla qualità dei servizi erogati e per questo occorre avere grande attenzione alle cooperative sociali.
Da canto suo Fabio Rainieri (Lega) ha chiesto chiarezza e approfondimenti sulle attività e le funzioni integrative che le aziende agricole sociali potranno svolgere. “Serve una norma che definisca il rapporto tra bambini e animali all’interno delle attività di cura e inclusione”, spiega Rainieri, che invita a non scaricare troppi costi amministrativi sulle aziende e che i corsi di formazione non possono essere troppo lunghi (“Si parla -spiega- di corsi di 100 ore, ma così vuol dire corsi lunghi un anno”). Anche alla luce delle risposte ricevute dall’assessore Mammi, Ranieri ha annunciato un voto di astensione motivata che non va politicamente letta come contrarietà alle linee guida presentante dalla giunta, ma come attesa di un ulteriore testo che recepisca le richieste di miglioramento richieste.
Netta la posizione di Palma Costi (Pd): “È una legge molto importante per il nostro territorio, ci vuole molta attenzione alle cooperative sociali, stiamo parlando di un modello di welfare innovativo di cui l’agricoltura sociale e le cooperative sociali sono un pezzo molto importante”.
“C’è un confronto in atto con tutto il mondo agricolo”, spiega dal canto suo la presidente Rontini.
(Luca Molinari)