Disco verde dal centrosinistra, bocciatura dal centrodestra, mentre il M5s chiede di raddoppiare gli sforzi. Il Piano Aria supera l’esame dell’Assemblea legislativa, ma la minoranza di centrodestra ribadisce tutta la propria contrarietà al provvedimento.
Il confronto fra le forze politiche è andato in scena nel corso dell’informativa che l’assessore all’Ambiente Irene Priolo ha svolto oggi nel corso dell’Assemblea di viale Aldo Moro.
Oltre al piano traffico e ai veicoli diesel, grande attenzione anche alle stufe a legna di vecchia generazione, agricoltura, zootecnia e attività industriali. Il Piano Aria 2030 mobilita un totale di 150 milioni di euro, di cui 67 stanziati nel primo triennio per passare dalle 68mila tonnellate di ossido di azoto rilasciate in atmosfera nel 2017 a 28mila che è l’obiettivo specifico per il 2030 e che si potrà raggiungere con una riduzione del 4% rispetto alle emissioni del 2025 (42mila tonnellate). Trasporti e mobilità sono i settori su cui si interverrà maggiormente per limitare il biossido di azoto con un impegno specifico per togliere dalla circolazione “sia i veicoli Euro 4 sia i tanti veicoli Euro 0 ancora presenti sulle nostre strade”. Anche il riscaldamento a biomassa è sotto speciale osservazione, in quanto è stato specificato come “un camino aperto impatti come 2.400 stufe a gas”. Da sottolineare, infine, gli aiuti per l’agricoltura nell’ottica di ridurre la produzione di gas serra e ammoniaca.
“La transizione ecologica ha bisogno di essere accelerata e anche il Piano dell’Aria deve essere conseguente, così come quello dell’energia: economia e ambiente devono contemperarsi e il modello economico deve avere effetti positivi anche sull’ambiente”, spiega l’assessore Priolo, per la quale “avere una conoscenza della situazione serve a operare meglio. I numeri, infatti, dicono che le scelte fatte in passato hanno migliorato la qualità dell’aria. Per il futuro vogliamo provvedimenti costruttivi e non solo divieti, vogliamo contribuire allo sviluppo ambientale”. Poi un monito: “Lavorare sull’ambiente è lavorare sull’etica, è un tema etico”.
Le parole dell’assessore hanno dato il via al dibattito fra i gruppi consigliari su un documento che riporta numerosi provvedimenti per raggiungere l’obiettivo della riduzione delle emissioni.
Secondo Emiliano Occhi (Lega) “serve un focus sul biometano, per eliminare i reflui che generano un particolato secondario, ma anche per svilupparne la produzione nell’ordine di miliardi di metri cubi, un aspetto che potrebbe contribuire a ridurre il fabbisogno di metano e dare una mano al settore dei trasporti. Attenzione anche all’intermodalità, che necessita di infrastrutture che oggi in regione sono sature (come a Ravenna e Parma)”. Le biomasse, continua il consigliere leghista, “servono per contrastare la crisi energetica e andrebbero meglio pubblicizzati i bandi per sostituire le caldaie”. Sulla mobilità urbana, Occhi ha detto che, “anche a causa della conformazione delle città, non tutti, specie chi ha più figli, possono usare bus o bici”. Poi ha concluso: “Cerchiamo di essere responsabili in ciò che facciamo, non si può essere ideologici”.
Silvia Zamboni (Europa Verde) dà “un giudizio positivo del Piano aria, pur riscontrando criticità. Lo stesso documento sottolinea i limiti del Pair 2020. Dice che migliora la qualità dell’aria, ma i dati non sono rassicuranti perché si afferma che gli obiettivi non sono raggiunti e i parametri relativi all’inquinamento vengono ancora sforati”. Buone la dotazione di fondi, per la capogruppo Verde, “consistenti per il Pair 2030. Dal ministero dell’Ambiente ci sono 47 milioni più altri 66 dalla Regione, fino al 2025. Ce ne sono altri 82, dal 2026 al 2030, a cui se ne aggiungono 230 del Por Fesr, 13 dal Psr, 2,3 per la mobilità sostenibile, e dovremo valutare quanto porteranno il Piano energetico e il Pnrr”.
Le misure regionali sulla mobilità assegnano l’obiettivo del 30% di concentrazione di Pm10, e “si parla di promozione di trasporto pubblico, incentivo per il ciclopedonale, infrastrutture per ricariche elettrice, charger di comunità, riduzione di spostamenti non necessari anche attraverso lo smart working, mobility managment, trasporto merci su ferro anche se ci sono problemi perché nei primi due anni sono stati tolti dalla strada solo 56mila veicoli contro i 110mila previsti. Condivisibile, poi, per ridurre le polveri sottili, il limite alle biomasse legnose e all’ammoniaca della filiera zootecnica. Infine, siamo preoccupati per le emissioni delle strutture controllate dallo Stato: autostrade, porti e aeroporti”.
Andrea Costa (Partito democratico) ha scandito che “si apre un percorso lungo 12 mesi. C’è un miglioramento della qualità aria, ma l’azione della Regione deve essere più incisiva. Positivo che il 94% delle azioni del vecchio piano sia stato avviato, con un calo del Pm10 del 50%, degli ossidi di azoto del 44% e dei composti organici volatili del 70%”. Costa ricorda che “il miglioramento della qualità dell’aria ha portato a un risparmio di 245 milioni per il Servizio sanitario. Ma va fatto “un passo avanti con una integrazione verticale (interfacciando altri strumenti di pianificazione come il Patto per il lavoro e il clima, il Prit, il Piano energetico, quello Rifiuti, e altri) e la partecipazione orizzontale. Alla fine, saranno in campo oltre 2 miliardi per finanziare le azioni utili a raggiungere l’obiettivo di minori emissioni”. Costa conclude con i tre ambiti di intervento per ridurre l’inquinamento: trasporti, riscaldamento domestico e agricoltura. “Sulla mobilità – spiega – c’è l’impegno diretto della Regione per il Trasporto pubblico locale; sull’agricoltura, si sta vivendo un momento di difficoltà per costo dei fertilizzanti, tanto che si deve incentivare l’innovazione per una sostenibilità economica e ambientale; per il riscaldamento domestico, sarà necessario stare vicino alle famiglie e accompagnarle all’acquisto di impianti a basse emissioni”.
Dal canto suo Marta Evangelisti (Fdi) ha chiesto di valutare la reale adeguatezza delle politiche innovative contenute nel Piano Aria. “Il Piano Aria dice che vuole ridurre le emissioni più inquinanti, Priolo dice che non ci devono essere contrapposizioni fra le forze politiche, ma per fare questo serve un coordinamento fra più livelli istituzionali, cosa che a Bologna, ad esempio, non sta avvenendo”, spiega Evanglisti, che chiede sempre “più equilibrio nel confronto tra maggioranza e opposizione, così come vanno semplificate le norme per la rigenerazione urbana dei luoghi abbandonati”. Sulla sostituzione dei veicoli con mezzi meno inquinanti, Evangelisti ha ricordato che il fatto che molti cittadini non siano interessati agli incentivi in questo settore è perché per molte persone è troppo oneroso acquistare un’auto nuova. Netta la posizione sul tema inquinamento: “Serve uno studio epidemiologico in grado di verificare la presenza di alcune patologie e con quella di determinate infrastrutture. Questo studio deve essere realizzato quanto prima per inserirlo in questo piano”.
Per Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) “stiamo facendo un dibattito riduttivo: per rispondere alle sfide che abbiamo di fronte dobbiamo raddoppiare gli sforzi, serve un quadro organico all’interno del quale agire e la nostra strategia deve puntare a una efficacia delle azioni a partire da quelle della mitigazione e della prevenzione. In questo quadro va vista la legge sul registro dei tumori da noi proposta e poi approvata anche dalla maggioranza nella scorsa legislatura”.
Dai banchi della maggioranza è intervenuta anche Manuela Rontini (Pd) che si è soffermata sui “fuochi della tradizione” auspicando che quando verranno approvate le nuove norme “potremo trovare la modalità per consentire, attraverso meccanismi regolamentati, di proseguire eventi come ‘i lumi di marzo’ collegati alla tradizione contadina. Mi è chiaro che anche questi fuochi contribuiscono alla qualità dell’aria, ma sono certa che si troverà una soluzione, vista la sensibilità che la vicepresidente Priolo ha sempre dimostrato nel suo lavoro”.
“Entra nel vivo una discussione importante: Priolo ci ha detto che ci sono le risorse per realizzare iniziative importanti, ora dobbiamo operare in modo corretto, tenendo conto che quando ci sarà l’accensione dei riscaldamenti delle abitazioni e delle aziende ci troveremo in difficoltà (aumento dell’inquinamento, ndr)”, sottolinea Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa).
“Stiamo realizzando una riflessione molto importante che racconta la situazione in cui viviamo: lo stato di salute in cui viviamo è complesso, quindi non possiamo limitarci a un dibattito amministrativo. Abbiamo la necessità di modificare i nostri stili di vita, ma allo stesso tempo serve una riflessione sul nostro modello industriale di produzione”, spiega Stefano Caliandro (Pd) che invita “a tenere presente che alla base di tutto c’è il nostro rapporto con la materia, lo scontro sulla materia: il legno per scaldarsi, l’energia per far andare le aziende, ecc… Dobbiamo avere un atteggiamento rivoluzionario nelle cose da fare perché altrimenti non è che un dibattito. Non ci dobbiamo limitare a un atteggiamento ordinario, ma dobbiamo avere una visione ampia tenendo presente che, come ha detto la collega Zamboni, alla base dell’inquinamento c’è anche la diseguaglianza sociale ed economica”.
Per Valentina Castaldini (FI) “i documenti ci dicono che la maggior parte dell’inquinamento proviene dal trasporto pesante e non da quello leggero. Non voglio entrare nel tema Passante di Mezzo di Bologna, ma bisogna ragionare su questa infrastruttura. Così come per molte famiglie passare da un camino aperto a uno chiuso è troppo costo. Ci sono restrizioni troppo pesanti per i privati rispetto alle aziende, non voglio certo chiedere norme più rigide per le imprese, ma ragionare su maggiore ragionevolezza”. Castaldini ha anche bocciato le norme sul trasporto privato: “Chi ha scritto le norme lo ha fatto pensando a una famiglia di due persone, mediamente benestante e che lavora in ufficio e che può scegliere come un vezzo se andare al lavoro in bicicletta o in autobus. Ovviamente la realtà è differente”.
Per Luca Sabattini (Pd) “il Piano Aria è positivo perché è una programmazione corretta e che opera anche in modo sovraregionale con un coinvolgimento a livello nazionale su risorse e politiche da investire e sviluppare. Concordo sulla necessità di una sinergia con altre politiche pubbliche: serve buonsenso, un buonsenso riformista e non conservatore”.
“Ringrazio la giunta e l’Assemblea per il lavoro fatto”, spiega Marcella Zappaterra (Pd) per la quale “obiettivi, scelte strategiche e impegni in discussione sono molto importanti e lavoriamo in continuità con il vecchio Piano Aria, i cui obiettivi sono stati per la più parte raggiunti. Bene operare sull’area vasta delle regioni del bacino padano”.
Netta la posizione di Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ha preso le mosse da un odg sui camini: “La nostra posizione non cambia se siamo al governo o all’opposizione, per noi contano i cittadini. Per questo motivo abbiamo ritirato la nostra risoluzione sui camini per arrivare a una risoluzione unitaria. Per noi contano i risultati, ma c’è un punto fermo: la maggioranza non pensi di utilizzare questa Assemblea per scaricare tutti i problemi sul governo Meloni. Il governo Meloni si è appena insediato e deve mettere a posto dieci anni di errori di governo a partecipazione Pd”.
“La discussione sul Piano Aria è stata importante, ma la maggioranza e l’assessore Priolo non hanno fatto il passo in avanti che andava fatto”, fa eco Massimiliano Pompignoli (Lega), ricordando come la Lombardia abbia agito per facilitare l’uso in via emergenziale dei camini a legna anche in pianura per far fronte al caro energie, mentre “Priolo non ha mai detto parole chiare: ha solo detto che si aspetta ciò che deciderà il governo”.
Tema, quello delle deroghe per i camini in pianura, su cui hanno replicato il democratico Costa (“Bisogna aiutare tutte le famiglie, la Lombardia ha fatto una deroga che non deroga a nulla”) e la vicepresidente Priolo (“Abbiamo fatto una proposta alle altre Regioni del bacino padano, ma non abbiamo avuto risposta. Ricordo che su questo tema a fare la deroga non dovrebbe essere la giunta, ma l’Assemblea legislativa che è sovrana nei propri atti”).
(Luca Boccaletti, Luca Molinari e Gianfranco Salvatori)