COMUNICATO
Ambiente e territorio

Ambiente. Gibertoni (Misto): “Rispettare la chiusura anticipata per la caccia alle specie migratrici”

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che sospende l’attività venatoria per due giorni della fauna migratrice prevista dal Calendario venatorio 2023, la consigliera incalza la regione: “Non si attenda sempre una sentenza, si tutelino le specie e non si facciano concessioni ai cacciatori”

La giunta adegui al più presto il Calendario venatorio regionale per la Stagione 2022/2023 “anche nella parte relativa alla chiusura anticipata della caccia alle specie migratrici”.

È la richiesta della consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) contenuta in un’interrogazione nella quale vuole sapere anche se la giunta “non ritenga necessario evitare, per il futuro, di dovere attendere le pronunce giurisprudenziali, che arriveranno sempre a posteriori e quindi, di fatto, producendo un danno alla fauna selvatica mentre compito della Regione, anche in questa materia, dovrebbe essere adeguare le proprie scelte, ai principi stabiliti dalle leggi vigenti e dalla giurisprudenza in materia”.

La capogruppo del Misto riprende la sentenza del Consiglio di Stato del 21 ottobre 2022 che accoglie l’appello cautelare sulla chiusura posticipata del Calendario 2023 per due specie, di circa 10 giorni rispetto al parere di Ispra, e sospende le “due giornate aggiuntive settimanali di caccia da appostamento alla fauna migratrice e soprattutto la chiusura anticipata della caccia ai turdidi e alla beccaccia (10 gennaio) e a tutti gli uccelli acquatici (20 gennaio), a difesa dei delicatissimi periodi di migrazione pre-riproduttiva, sulla base dei dati ufficiali della Commissione europea definiti con i cosiddetti Key concept”.

Secondo Gibertoni da anni le Regioni, tra cui anche l’Emilia-Romagna, ricorrono “ad aperture anticipate e chiusure posticipate della stagione venatoria, del tutto slegate dall’esigenza di tutela delle specie riducendosi, al contrario, in mere concessioni al mondo venatorio attraverso una vera e propria ingiustificabile inversione degli interessi in gioco”.

(Gianfranco Salvatori)

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