Parità, diritti e partecipazione

In Commissione le associazioni che promuovono la parità di genere nelle imprese

Ascoltate ManagerItalia, Coage di Reggio Emilia e Rete CapoD: le esperienze e i progetti per le donne manager, per le scuole e i più giovani ma anche per la valorizzazione del genere attraverso le best practice delle imprese

Sono state ascoltate in commissione Parità alcune associazioni che hanno presentato esperienze e azioni condotte in ambito datoriale e professionale per la valorizzazione della parità di genere. Le attività in campo sono state illustrate nella commissione presieduta da Federico Amico da ManagerItalia Emilia-Romagna, Coage (Coordinamento associazioni di genere, di Reggio Emilia) e Rete CapoD.

Il presidente Amico ha introdotto il tema spiegando che si tratta di associazioni che sviluppano politiche di genere, “un’occasione che si presenta alla vigilia dei nuovi bandi regionali per il finanziamento dell’imprenditoria femminile, che introducono elementi di vantaggio per le imprese femminili in un quadro più completo. È una parte del complesso di attività che la Regione vuole portare avanti per inquadrare e incentivare la promozione culturale della parità di genere”. Un ringraziamento di tutte le relatrici è andato alla consigliera Roberta Mori per il suo impegno costante.

Cristina Mezzanotte, di ManagerItalia (che associa 9mila imprese), ha sottolineato che con noi “ci sono anche Federmanager e l’Associazione italiana direttori del personale. Sono la prima presidente in 75 anni del sindacato dei manager, figlia e nipote di due donne che mi hanno insegnato che la prima libertà è l’indipendenza economica”. Per ottenere maggiori competenze, come chiedono tante donne, è stato avviato il percorso Women on board, a cui hanno partecipato 212 donne (e 5 uomini), “una folta presenza che è segno di un bisogno latente. Spesso bisogna formare i consigli di amministrazione e quando chiedo se non ci sono donne, mi viene risposto che non si sono candidate. Il percorso è stato realizzato insieme con la Città Metropolitana di Bologna”. Le best practice hanno portato a una presenza durante gli incontri e all’avvio del networking: “È prevista anche una serata sulle discriminazioni di genere. Siamo una Rete di associazioni, ci sono speaker di livello perché le aspettative sono alte e con la consigliera di Parità, Sonia Alvisi, stiamo realizzando un programma e vorremmo avere contatti con altre regioni. Vorremmo fare diventare questo un format”. Mezzanotte ha poi parlato dell’importanza del denaro ed è così che è partito un progetto, con Banca d’Italia, sulla alfabetizzazione finanziaria”.

Valentina Giorgi (Federmanager) ha affermato che l’obiettivo “è la valorizzazione della differenza di genere, con la mission di dare un supporto legale (donna qualificata è importante) e informazione”. Giorgi ha spiegato cos’è la “sindrome dell’impostore”: “E’ il sentirsi inadeguate di fronte a un lavoro, o non sentirsi adatta per posizioni apicali. Pensate che a un incontro su questo tema hanno partecipato 100 donne. Questo tema deve sensibilizzare anche gli uomini. Due i progetti realizzati: networking anche per il 2023, e tutoraggio per le over 40 rimaste senza lavoro (dover occuparsi della famiglia dopo aver fatto il manager non è facile)”.

Natalia Maramotti, presidente del Coage: “In Italia la donna è da secoli ridotta a non avere voce. Noi abbiamo costruito una rete nel 2020. Nel 2021 c’erano 9 componenti, oggi ce ne sono 12 e 5 invitati permanenti. Fra le nostre attività, abbiamo trovato una condivisione sul fatto che utilizzare un linguaggio sessuato adeguato non sia un vezzo, ma un elemento fondamentale per riconoscere l’identità di genere”. Maramotti ha parlato anche di sicurezza al femminile: “Vanno prevenute le discriminazioni di genere. La formazione della sicurezza, di solito, non se ne occupa. Realizzeremo a gennaio un seminario dove un gruppo di associazioni di imprenditori richiameranno l’attenzione di chi fa formazione sulla qualità della stessa in un’ottica di genere”. La presidente ha concluso sottolineando l’unità del Coordinamento: “Chi fa parte del Coage cerca di basarsi su ciò che condividiamo. Agire su ciò che si condivide è significativo e non toglie nulla alla libertà delle associazioni, non genera competizione”.

Maria Beatrice Sgarbi (Cna impresa donna Reggio Emilia) ha rimarcato che “ciò che è vincente per il Coage è il rispetto di tutte le visioni differenti. Un elemento che ci unisce”.

Marina Rinaldini, viticoltore, rappresenta Donne in campo Cia Reggio Emilia: “Speso le donne che lavorano nel settore agricolo vengono dimenticate, anche dai bandi. Far parte del Coage ci dà la possibilità di essere presenti e parlare con altre imprenditrici”.

Infine, Simona Robotti (Rete CapoD) ha illustrato le azioni in ambito datoriale professionale per la valorizzazione della parità di genere. La Rete nasce nel 2019 su impulso della Città Metropolitana di Bologna “ed è la prima esperienza pilota in Italia. CapoD è una comunità di aziende per la promozione delle pari opportunità, unisce aziende del bolognese (manifattura, servizi, credito) accomunate dalla condivisione per promuovere le pari opportunità nei luoghi di lavoro e la responsabilità sociale sul territorio”. Uno degli obiettivi principali è “far riferimento alle buone pratiche delle aziende per promuovere progetti e diffondere le pratiche alle aziende del territorio”. È stato definito un catalogo delle buone pratiche che provengono da ogni azienda, fra cui lo sportello ascolto, la certificazione di equità salariale, i progetti di empowerment femminile”. Fondamentale è il rapporto con la scuola, ha scandito Robotti: “Il progetto è stato portato anche in scena al teatro Arena del Sole: “Abbiamo parlato a ragazzi e ragazze delle medie inferiori rispetto al linguaggio di parità. Stiamo lavorando a laboratori sulla consapevolezza degli stereotipi di genere per aiutare i giovani nella scelta dell’orientamento scolastico e professionale, facendo parlare diverse lavoratrici aziendali che svolgono professioni tipiche maschili (autista, ingegnere). L’interesse delle scuole è aumentato e ci sono molte richieste tanto che non riusciamo a soddisfarle tutte”. Nel 2021, ai laboratori per la condivisione di buone pratiche per la sensibilizzazione delle imprese hanno partecipato in totale 2mila iscritti, con 2.150 visualizzazioni da Facebook e 509 collegamenti dal Comitato europeo delle Regioni. Nell’ottica della sostenibilità, poi, sono continuati i laboratori scuola-imprese che hanno coinvolto 275 studenti, docenti e famiglie. Infine, “nel giugno 2022 ci sono stati progetti su certificazione di genere e bilancio di genere ed è stata attivata la collaborazione con il Consorzio Colibrì e abbiamo partecipato al piano uguaglianza della Città Metropolitana. La Rete è aperta e inclusiva, attenta all’evoluzione normativa, al mondo del lavoro e alle sue connessioni con la vita privata”.

Per la consigliera Roberta Mori (Partito democratico) “diffondere buone pratiche è un elemento che arricchisce. Positivi i progetti portati oggi, ma emerge che le donne hanno bisogno di altri strumenti a sostegno. Mi appaga il protagonismo associativo che è stato presentato. Questo può accelerare attività come i bandi. Il tema della democrazia paritaria a volte è banalizzato, ma noi difendiamo la Costituzione. Lo spirito femminile di coesione è un elemento di valore che l’istituzione deve raccogliere”.

(Gianfranco Salvatori)

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