Gli effetti del caro energia e dell’aumento generale dei costi per la gestione dello sport in Emilia-Romagna sono stati i temi al centro dell’informativa del capo della segreteria politica della Presidenza, Giammaria Manghi. La relazione si è svolta in commissione Cultura, formazione e sport presieduta da Francesca Marchetti. I consiglieri hanno sostenuto la necessità che la Regione sostenga le associazioni sportive e i Comuni che affrontano gli alti costi dell’energia dovuti alla crisi. E la Lega ha proposto una risoluzione, che è stata condivisa, per affrontare questi problemi. Iniziativa su cui si è detta d’accordo anche la presidente Marchetti: “Non possiamo sottrarci all’impegno di trovare punti comuni su un atto d’indirizzo da proporre a tutti i gruppi”.
Da tempo, ha spiegato il capo della Segreteria politica, la giunta ha contatti con il mondo sportivo, il Coni e il Crer (il comitato regionale del calcio della Figc) oltre a un tavolo con gli assessori allo Sport “e vogliamo coinvolgere anche l’Anci”. Secondo Manghi “dai territori è emersa una situazione variegata, preoccupante e molto difficile. In novembre si accendono i riscaldamenti e avremo un quadro più preciso fra un mese. Diversi assessori paventano la chiusura degli impianti più energivori, soprattutto le piscine. Alcuni Comuni, invece, hanno trovato soluzioni che hanno permesso le riaperture”.
Tre i livelli considerati dalla Regione. La considerazione che chi può dare una mano sono Unione europea e governo, con il price cap: “Confidiamo in una riduzione dei costi, regolamentando il mercato ed evitando speculazioni. Attendiamo i contenuti del decreto quater. Ci sono due provvedimenti già presi da attuare il prima possibile. Dobbiamo consegnare le cifre previste a livello nazionale: 97 milioni di euro, di cui 50 milioni già assegnati (è atteso il bando di gara) e altri 47 milioni rivolti alle associazioni”.
C’è poi il livello in cui la Regione collabora e interagisce con i gestori di imprese nonché associazioni e società sportive. È già stato finanziato un milione per 26 imprese, tutte attività economiche, che sono diverse dalle associazioni. Occorre pensare ad azioni parallele per entrambe”.
Il terzo livello riguarda la richiesta alla Regione “di un coordinamento per individuare linee generali di indirizzo che possano determinare condizioni di un utilizzo quotidiano degli impianti. Ad esempio, 24 gradi di temperatura dell’acqua è il minimo per una piscina, così come la temperatura circostante deve essere uguale o superiore: sono parametri da rispettare”.
Manghi ha poi affermato che la giunta “è attenta anche ai piani economico-finanziari (Pef) e ai rapporti di convenzione pluriennali. Spesso i Comuni sono spaventati dalla rivisitazione del Pef e dicono di non poterlo fare. Abbiamo chiesto un confronto per sdoganare questa possibilità, poi deciderà il Comune, anche in base alle risorse, se attuarlo o meno”.
“Su eventuali risorse della Regione – ha continuato – vedremo il bilancio. Prima siamo intervenuti con 1,5 milioni per le piscine, poi con 1 milione per le imprese; azioni importanti ma non risolutive”. Per il capo della Segretaria serve “un intervento forte di livello superiore, un’azione territoriale di accompagnamento e risorse. L’Emilia-Romagna è la regione che ha la maggiore offerta sportiva e lo sport è un patrimonio. Si terrà un convegno con i gestori delle piscine nei prossimi giorni, ascolteremo le loro proposte poi faremo un aggiornamento”.
Valentina Stragliati (Lega) ha ringraziato per l’accoglimento “di una richiesta avanzata proprio dalla Lega. Alcune piscine hanno già chiuso e hanno portato le chiavi ai Comuni, che non hanno la forza economica per aiutare i gestori. Fondamentali sono le risorse. La Regione deve fare tutto il possibile per aiutare i gestori ed evitare conseguenze drammatiche. Se si agisce ex post sarà troppo tardi. Importante sarebbe anche un focus politico con il presidente Bonaccini, che ha la delega allo sport”.
Maura Catellani (Lega) ha chiesto spiegazioni “sui 50 milioni assegnati a livello nazionale che risultano bloccati”. Mentre per i 47 che vanno alle associazioni, la consigliera vuole sapere se c’è un timing per l’assegnazione. Altri quesiti posti da Catellani riguardano l’ottimizzazione delle condizioni degli orari con i gestori: “Per il Pef, l’associazionismo lavora con le convenzioni. Queste ultime si possono modificare, tanto che in alcuni casi si fa, è questa possibilità andrebbe divulgata”.
Valentina Castaldini (Forza Italia) ha detto che “chiedere contributi è sacrosanto, ma la porta è stretta. Nei prossimi mesi è atteso uno tsunami. Dovremo scegliere: aiutare le famiglie o gli impianti sportivi. Sull’energia, la Regione deve agire da consulente ed evitare sprechi, per far sopravvivere aziende, famiglie e terzo settore. I Comuni possono risparmiare energia e serve una mappatura dei luoghi per prepararci a un inverno “gelido” dal punto di vista economico e sociale. La Regione deve aiutare i Comuni”.
Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) ha affermato che “credo che la Regione stia andando verso la mappatura e abbia un ruolo di coordinamento e linee indirizzo. È un momento difficile per tutti. Associazioni e imprese affrontano aumenti esponenziali dei costi, senza che ci siano adeguate entrate, che portano a una riduzione degli orari di apertura o alla chiusura. Palestre e piscine sono le più esposte. Ue e governo si devono fare carico in grande misura del problema, perché servono risorse straordinarie. Senza azioni di questo tipo non è possibile evitare la chiusura degli impianti. Positivo il rapporto costante con il territorio, con i gestori e con gli Enti locali. Sarebbe un paradosso se a fronte di un ritorno allo sport alle dimensioni pre Covid ci fosse una riduzione degli impianti”.
Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) ha rimarcato che “se i 97 milioni rasserenano, i 47 per l’associazionismo destano preoccupazioni. Sono stati stanziati i ristori per l’associazionismo, ma ad oggi ancora non ci sono le risorse. Occorre uno sforzo per le associazioni sportive. Per gli impianti energivori come le piscine, inoltre, attendere due anni per le risorse rischia di mettere tutti in difficoltà. Sul riequilibrio del Pef, ricordo che anche in momenti critici, la Regione ha operato per l’accesso al credito agevolato”.
Francesca Maletti (Partito democratico) ha scandito che “l’emergenza sportiva si somma ad altre emergenze. In Emilia-Romagna è garantita la buona qualità dello sport e siamo in difficoltà proprio perché abbiamo tanti impianti. Rischiamo di avere soggetti, anche piccoli, che senza le risorse saranno costretti a chiudere. La Regione dovrà intervenire sulla spesa, anche perché sarà difficile incrementare le risorse. Ad esempio, in passato ha svolto un ruolo fondamentale il credito sportivo e la Regione potrebbe fare da garante”.
Andrea Liverani (Lega), infine, ha proposto “una risoluzione, magari condivisa, che impegni la giunta a risolvere i problemi degli impianti sportivi e dei tanti lavoratori che vi sono impiegati”.
(Gianfranco Salvatori)