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Ambiente, potenziare l’agricoltura coltivando i terreni abbandonati

La Commissione politiche economiche vota unanimemente la risoluzione presentata da Marco Mastacchi (Rete Civica)

Aumentare la produzione agricola attraverso l’utilizzo delle supefici a riposo e recuperando i terreni abbandonati nelle zone montane e nelle aree interne. E’ l’indirizzo che Marco Mastacchi (Rete Civica) consegna alla giunta regionale in una risoluzione discussa oggi dalla Commissione politiche economiche presieduta da Manuela Rontini.

Per il capogruppo, “il progressivo abbandono del territorio montano e rurale presenta alti rischi naturali non solo dal punto di vista del profilo idrogeologico ma anche della gestione del suolo e degli incendi. Infatti, le terre abbandonate non essendo coltivate vanno incontro al fenomeno della desertificazione perdendo così la massa organica che favorisce l’assorbimento di acqua con il rischio di frequenti frane in caso di abbondanti piogge e di ingenti danni al territorio”. Crescita della produzione e sostenibilità ambientale possono poi coesistere per Mastacchi “facendo pieno affidamento sulla ricerca scientifica e sulle innovazioni tecnologiche”.

Il Pd, con Matteo Daffadà, non solo condivide le finalità del documento di indirizzo, ma presenta anche un emendamento per sollecitare esplicitamente il governo nazionale a prendere concreti atti in tal senso.

Per Michele Facci (Lega) la risoluzione proposta da Mastacchi “non solo è condivisibile, ma si presta per ampliare la sua portata anche ad altri ambiti economici di aree, come quelle montane messe in crisi dalla situazione contingente”. Il leghista fa poi riferimento alla disciplina e uso di legna e pellet che, con il loro aumento, mettono in crisi specifiche forme di riscaldamento utilizzate nel nostro appennino. Nel richiedere quindi una riflessione più ampia sui bisogni del territorio montano, Facci preannuncia “un’iniziativa analoga per meglio disciplinare e modificare le norme che regolano lo sfruttamento delle aree boschive”.

Anche Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) si è detta d’accordo con la risoluzione proposta da Rete Civica. Ampliando la riflessione al notevole calo nella coltivazione del mais (-50% la superficie coltivata negli ultimi 5 anni) “che se non troverà adeguati correttivi impatterà in maniera importante il settore dell’allevamento che dal mais dipende per i mangimi”, la capogruppo ha fatto cenno alle deroghe alla PAC già disposte dalla UE per la coltivazione dei terreni a riposo proprio per fare fronte alla situazione internazionale, ma ha sottolineato come “l’abbandono delle coltivazioni in montagna abbia determinato un considerevole aumento delle aree boschive che potrebbero essere adeguatamente sfruttate se vi fosse una legislazione adeguata che disciplini, organizzi e incentivi l’economia del bosco, fatta di piccole produzioni locali per prodotti con buona redditività e di grande qualità”.

(Luca Boccaletti)

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