La giunta spieghi che indicazioni ha dato alle Ausl “in relazione alla ricollocazione del personale medico e infermieristico non vaccinato e reintegrato nell’esercizio della professione”.
È la richiesta alla giunta, durante il question time, di Stefania Bondavalli, della Lista Bonaccini. Alla consigliera ha risposto l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.
Il titolare della Salute ha risposto che “si è appena tenuto il Tavolo degli esperti. Riammettere i medici non vaccinati è stato un gesto di attenzione del governo verso chi non ha contribuito alla vaccinazione nel 2021, l’unica arma per contrastare la pandemia. Profonda gratitudine per quel 99% di operatori che si sono vaccinati, hanno contribuito a contrastare virus e si sono sobbarcati anche il lavoro di chi è stato sospeso. I medici vanno reintegrati dagli ordini. In ospedale devono avere mascherine e seguire le norme igieniche. Le Ausl devono porre attenzione nel ricollocarli, in particolare se in presenza di immunodepressi, trapiantati, malati oncologici. Per tutti i sanitari resta in vigore lo screening e l’effettuazione di un test in caso di sintomi sospetti”.
Il quadro epidemiologico, ha detto Bondavalli, ha portato il governo a modificare il decreto che prevedeva l’obbligo di vaccino per le professioni sanitarie. Secondo la consigliera della Lista Bonaccini “è fondamentale che il personale medico e infermieristico reintegrato non venga ricollocato e impegnato in reparti in cui siano ospitati pazienti fragili, maggiormente a rischio, a tutela loro e a quella degli operatori stessi”. Nella sanità pubblica della regione sono 480 gli operatori sanitari attivi “ovvero lo 0,6% di una platea complessiva di 70mila persone, che non si sono sottoposti al vaccino ora destinati al reintegro. Le categorie maggiormente rappresentate sono gli infermieri, 164, e gli operatori sociosanitari, 89”.
Questa sanatoria e il loro reintegro “rappresentano un’amnistia non rispettosa della scienza – continua Bondavalli – e nei confronti dei medici e degli operatori sanitari che hanno ottemperato l’obbligo vaccinale e che si sono spesi affinché la campagna di immunizzazione avesse un esito il più positivo possibile”.
(Gianfranco Salvatori)