“Documento strategico per il nostro territorio stante la crisi energetica che stiamo vivendo e le ripercussioni sociali e su importanti filiere produttive della Regione”.
Così la relatrice di maggioranza Giulia Pigoni(Lista Bonaccini) nell’illustrazione alla Commissione territorio ambiente e mobilità presieduta da Stefano Caliandro degli Emendamenti e integrazioni alla proposta di “Piano Triennale di Attuazione 2022-2024″ del Piano Energetico Regionale 2030”.
La relatrice, nel ricordare i passaggi salienti del documento, ha sottolineato come la transizione energetica richiesta dalla UE “debba essere una transizione ecologica, al fine di coniugare il rispetto per l’ambiente e la sopravvivenza dei nostri comparti produttivi”. Di particolare rilievo le risorse messe sul tavolo per il conseguimento di obiettivi particolarmente sfidanti “e che -ricorda ancora Pigoni- ammontano a 4,5 miliardi di euro tra fondi europei, nazionali e regionali che verranno impegnati su tre parole d’ordine: abitare, mobilità e produzione”.
Tra i tanti progetti che testimoniano l’attenzione della Regione alla transizione energetica, la relatrice di maggioranza sottolinea il rigore ma anche i tempi particolarmente veloci nell’approvazione del rigassificatore di Ravenna a cui seguirà anche il progetto del parco eolico-fotovoltaico al largo di Rimini. “Per entrambi i progetti è assolutamente imprescindibile l’impatto zero sia per l’ambiente che per il turismo”. Ricordando anche la recente udienza conoscitiva svolta con gli stakeholders, Pigoni ha rimarcato l’esigenza di un continuo dialogo costruttivo “per consentire alla politica di fare sintesi e centrare gli obiettivi che si è prefissata”.
Un po’ più critico il relatore di minoranza Emiliano Occhi (Lega) il quale ha stigmatizzato la crisi energetica creatasi con la ripresa economica nel post-pandemia come “un chiaro esempio di mancanza di visione politica perchè ci si è concentrati solo e unicamente sulla fonte fossile acquistata da un singolo fornitore e sul sogno di poter dismettere le fonti fossili in breve tempo, ma ciò non è avvenuto perchè le tecnologie rinnovabili non sono ancora così sviluppate e ciò ha spiazzato alquanto il nostro Paese”. Per Occhi il Piano energetico regionale “deve essere improntato al pragmatismo che deve portare a diversificare quanto più possibile le varie fonti energetiche a disposizione e quindi accettare un periodo di transizione basato sul gas, magari prodotto da fonti rinnovabili, per poi arrivare ad utilizzare qualunque tecnologia pulita e matura”.
Molto netta Silvia Piccinini (M5S) contraria alla visione della transizione energetica basata sul gas testimoniata anche dalla volontà del Governo di riaprire la trivellazione nell’Adriatico. “La ripresa delle trivelle potrebbe portare a gravi danni ambientali in zone molto delicate della nostra Regione come il Delta del Po”. Considerando poi la complessità e trasversalità delle materie connesse al piano regionale, la capogruppo pentastellata esorta tutte le forze politiche, nel rispetto delle proprie posizioni, “a non voler trattare le politiche energetiche in maniera disgiunta dalle evidenti ricadute sociali che si vanno a determinare. Per ovviare questo rischio, occorre un maggiore coordinamento”.
Andrea Costa (Pd) giudica positivamente il Piano “che pone obiettivi sicuramente sfidanti ma raggiungibili se consideriamo che in poco più di un decennio siamo riusciti a trasformare il 30% del nostro mix energetico sul fotovoltaico”. Per il dem è comunque necessario il completamento dell’impianto normativo per governare e sviluppare pienamente le tante tecnologie che si inseriscono nel settore “e la concertazione, insieme alla semplificazione burocratico-amministrativa, deve essere quel ponte fondamentale per legare la politica alle innovazioni tecnologiche”.
Anche Silvia Zamboni(Europa Verde) giudica positivamente il Piano “perchè tiene conto dei nuovi obiettivi europei per sfruttare al massimo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie sulle fonti rinnovabili”. La capogruppo Verde definisce poi la crisi energetica come un elemento che “gioca contro il superamento della crisi climatica perchè ha elevato il gas a oggetto del desiderio camuffato da fonte energetica di transizione e il rigassificatore di Ravenna autorizzato per venti anni testimonia questa tendenza, così come l’idea di trivellare nuovamente in Adriatico potrebbe portare all’aumento della subsidenza”.
Il Piano è stato approvato da Pd, Lista Bonaccini, ER Coraggiosa ed Europa Verde. Contrario il M5S e astensione per Lega, Fratelli d’Italia e Rete Civica.
(Luca Boccaletti)