Con un’interrogazione rivolta al governo regionale, Antonio Mumolo (primo firmatario dell’atto), Roberta Mori, Marcella Zappaterra e Marilena Pillati del Partito democratico rilevano l’esistenza di “criteri discriminatori in alcuni regolamenti comunali collegati all’accesso all’edilizia residenziale pubblica che contrastano con la normativa nazionale e regionale in materia di parità di trattamento, in particolare rispetto alle giovani coppie, anche con figli (spesso anche in condizione di precarietà lavorativa)”.
“Il tema della discriminazione – sottolineano Mumolo e colleghi – assume, nell’attuale contesto di grandi trasformazioni sociali e demografiche, un peso sempre più rilevante, anche rispetto alle necessità di garantire a tutti i cittadini i loro diritti: il fabbisogno abitativo rappresenta una delle emergenze che affligge molti nuclei familiari del territorio regionale, in particolare nelle fasce economicamente più deboli”.
Rispetto alle discrepanze presenti in questi regolamenti comunali, i quattro consiglieri propongono quindi “una modifica alle disposizioni regionali in materia, introducendo una norma che ponga un limite ai punteggi relativi all’anzianità di residenza e all’età, affinché il disagio abitativo e la condizione economica dei nuclei familiari, che concorrono all’assegnazione degli alloggi pubblici, non siano condizioni secondarie nella formulazione delle graduatorie comunali”. I requisiti di lunga residenza e di età, concludono, “devono pertanto essere contenuti in un limite molto ridotto, evitando premialità elevate in termini di punteggio”.
(Cristian Casali)