L’Assemblea legislativa approva il piano regionale per il contrasto alle povertà per il triennio 2022-2024.
“Circa 140 milioni nel triennio 2022-2024 (fondi nazionali)”, ha rimarcato l’assessore regionale alle Politiche sociali Igor Taruffi. È poi intervenuto sul tema reddito di cittadinanza: “Negli ultimi anni in Emilia-Romagna il reddito è stato percepito in media (annualmente) da 60-70mila nuclei familiari (3 su 10 di origine straniera); nel 2022 (dati aggiornati a settembre) i percettori sono arrivati a 44mila”. Una misura che l’assessore considera “necessaria e che sarebbe un errore cancellarla”.
Daniele Marchetti (Lega) ha parlato di criticità nel piano regionale: “Il governo nazionale sta rivedendo la misura del reddito di cittadinanza, un aspetto da non tralasciare”. Peraltro, ha aggiunto, “a fronte di un 5,3 per cento di famiglie sotto la soglia di povertà solo un 4 per cento ne usufruisce. Un’anomalia”. Ha poi affrontato la questione reddito di solidarietà regionale: “Il 40 per cento dei percettori era straniero (a fronte di una popolazione straniera in regione di circa il 12 per cento)”.
Per Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) “questa azione amministrativa è stata trasformata in uno strumento di propaganda, anche dal presidente Bonaccini, e poi si continua a ricorrere i cinquestelle sul reddito di cittadinanza. Difficile, inoltre, far dimenticare agli emiliano-romagnoli il fallimento di Elly Schlein: questo piano anti povertà, infatti, dovrà presto essere rivisto”. Inoltre, ha concluso il consigliere, in questo piano non si menziona mai la parola famiglia, il primo antidoto alla disgregazione sociale che sta colpendo anche il nostro territorio”.
Stefano Caliandro (Partito democratico) ha spiegato che “in Italia contiamo 5,6 milioni di poveri, in Emilia-Romagna arrivano a 108mila (persone che hanno fatto richiesta del reddito di cittadinanza): dobbiamo quindi scegliere se stare dalla parte dei poveri o se lottare contro i poveri. Noi ci siamo occupati in concreto di povertà e lo abbiamo dimostrato anche con l’attivazione del reddito di solidarietà regionale, prima ancora della nascita del reddito di cittadinanza nazionale”.
“Questo è il secondo piano regionale contro la povertà, non sappiano cosa accadrà in futuro. Il nuovo governo colpisce le persone più povere, ma i poveri esistono davvero e sono persone che devono essere aiutate. L’obiettivo in Emilia-Romagna è quello di non lasciare indietro nessuno”, ha rimarcato Ottavia Soncini (Pd). “Queste misure – ha aggiunto – devono essere correlate alle politiche attive per il lavoro”. “Basta – ha concluso la consigliera rivolgendosi al centrodestra – a politiche fatte di paletti”.
Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) ha ribadito che “il 2022 è un anno estremamente complesso, si rischia di compromettere gli sforzi rivolti alla ripartenza dopo la crisi collegata la Covid. Si è registrata una crescita della soglia di povertà, anche nella nostra regione (più coinvolte le donne)”. Il contrasto alle disuguaglianze, ha aggiunto, “è elemento che caratterizza l‘azione regionale”. Questo piano, ha evidenziato, “è uno strumento concreto per chi si trova davvero in difficoltà”. Sul reddito di cittadinanza anche lei ha riferito che “è uno strumento con limiti, va rivisto ma non abolito”.
“Sono importanti tutte le misure per contrastare le povertà e questo piano risponde ai bisogni delle cittadine e dei cittadini. L’Emilia-Romagna è particolarmente attenta a questi temi, con diversi i livelli di azione per rispondere al problema (a partire dai servizi sociali)”, ha rimarcato Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa).
Per Silvia Piccinini (M5s) “il reddito di cittadinanza è lo strumento più importante per contrastare la povertà: una misura che ha quattro anni di vita, ma dietro ai numeri ci sono persone che vivono in condizione di fragilità a cui questo governo sta facendo la guerra. Mi attendo che anche la Regione Emilia-Romagna prenda posizione in modo deciso rispetto agli intenti dell’esecutivo nazionale”.
Per Antonio Mumolo (Pd) “è fondamentale migliorare la condizione economica, e quindi contrastare l’esclusione sociale, delle persone in difficoltà. Anche in Emilia-Romagna le famiglie povere sono in aumento, circa il 6 per cento, e i primi a essere penalizzati sono i minori. Con questo piano proviamo a dare risposte concrete”. Il consigliere ha poi riferito rispetto al lavoro fatto in regione per le persone prive di residenza: “Abbiamo garantito loro l’assistenza sanitaria primaria”.
“Si tratta di un Piano importante per la nostra regione, in quanto anche in Emilia-Romagna è aumentato il tasso di povertà e le più vulnerabili si dimostrano le famiglie numerose”, ha sottolineato Valentina Castaldini (Forza Italia). Ha poi ricordato che il prossimo fine settimana sarà attiva in tutta la regione la colletta alimentare. La possibilità di spesa per i bisogni dei cittadini, ha concluso la forzista, “non deve essere intercettata tutta dalla sanità per coprire i buchi di bilancio”.
“Se si analizzano i numeri, occorre fare un’analisi più attenta sull’efficacia di queste misure. Occorre verificare se c’è un risultato, a partire da chi riesce effettivamente ad accedere a un lavoro”, ha spiegato Marta Evangelisti (Fdi).
L’Assemblea ha approvato anche un ordine del giorno collegato al provvedimento presentato da Silvia Piccinini (M5s), emendato dalla maggioranza, finalizzato ad aiutare le persone costrette a utilizzare apparecchiature elettromedicali.
(Cristian Casali)