“La Giunta intende rendere meno stringenti i vincoli per le aree di cava a destinazione ambientale, prevedendo una percentuale di destinazione del suolo anche per altri usi oppure demandando al Comune la facoltà di chiedere una proporzionale compensazione a carattere naturalistico-forestale per quanti intendano realizzare impianti fotovoltaici nelle aree di cava a destinazione finale ambientale?”
A porre il quesito all’esecutivo regionale è un’interrogazione della Lega a prima firma Stefano Bargi e sottoscritta anche dai colleghi di gruppo Massimiliano Pompignoli, Michele Facci, Simone Pelloni, Emiliano Occhi, Fabio Rainieri e Gabriele Delmonte.
Nell’atto ispettivo i leghisti ricordano come nel 2021 siano stati approvati gli indirizzi per la realizzazione di impianti fotovoltaici in aree di cava dismesse. Tra le aree di cava, poi, si distingue tra zone a destinazione finale ambientale (dove, al termine dell’attività estrattiva, viene predisposto il ripristino vegetazionale o di restauro naturalistico), aree a destinazione finale agricola (dove al termine della vita della cava è prevista l’attività agricola), quelle a destinazione finale ad invaso e quelle abbandonate e non sistemate.
Stante l’attuale impianto legislativo, i comuni interessati non possono procedere all’installazione di impianti fotovoltaici in cave a destinazione finale ambientale se non modificando il piano attività estrattive e cambiandone la destinazione d’uso dell’area.
Alla luce della situazione in essere, i leghisti chiedono quindi un allentamento dei vincoli attualmente vigenti o prevedendo la facoltà, per il Comune interessato, “di chiedere una proporzionale compensazione a carattere naturalistico-forestale per quanti intendano realizzare impianti fotovoltaici nelle aree di cava a destinazione finale ambientale”.
(Luca Boccaletti)