Inserire l’agopuntura nei livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario regionale e a riaprire gli ambulatori dedicati ai trattamenti di agopuntura presso l’Ospedale Bellaria di Bologna e nelle altre strutture della regione coinvolte nel progetto MED.IO.RER. (Medicina integrata in oncologia nella Regione Emilia-Romagna).
A chiederlo, in unna risoluzione, è Silvia Zamboni (Europa Verde) che “lo scorso 16 settembre il quotidiano La Repubblica Bologna ha riportato la notizia della protesta di circa 90 pazienti-donne che non possono più accedere alle sedute di agopuntura presso l’ospedale Bellaria. Nel 2021 si è aggiunta la chiusura anche dell’analogo ambulatorio presso l’ospedale di Bazzano (Valsamoggia). Da allora, nonostante la raccolta di quasi 2mila firme consegnate all’AUSL di Bologna con la richiesta di far ripartire l’attività, le pazienti attendono ancora la ripresa del servizio, costringendo, chi può permetterselo, a fare ricorso a prestazioni piuttosto onerose presso ambulatori privati: interpellata dal quotidiano la Repubblica, l’Azienda sanitaria di Bologna ha confermato che i risultati sono stati più che soddisfacenti per le pazienti e ha reso noto che il progetto è sul tavolo all’attenzione della Regione e che “occorre una valutazione in merito alla possibilità di continuare a garantire le attività in regime sanitario pubblico poiché l’agopuntura, in ambito oncologico, non rientra nei livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario regionale”
Da qui la risoluzione per impegnare la giunta “a valutare l’avvio di un percorso per l’inserimento formale dell’agopuntura nei livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario regionale, seguendo l’esperienza della Regione Toscana e ad adoperarsi per riattivare in tempi brevi gli ambulatori dedicati ai trattamenti di agopuntura presso l’Ospedale Bellaria e nelle altre strutture della regione dove già venivano forniti, prendendo in considerazione la proposta e la disponibilità della Dr.ssa Lesi citate in premessa”.
(Luca Molinari)