Sanità e welfare

Carcere Ferrara, la Lega: chiarire motivi arresto di un medico attivo nella struttura

I due consiglieri vogliono sapere, nello specifico, come vengano eseguite dalle aziende sanitarie le selezioni del personale medico nelle strutture carcerarie della regione, a partire da Ferrara (il medico in questione sarebbe stato assunto con contratto libero professionale)

Fabio Bergamini (Lega)

Con un’interrogazione, rivolta al governo regionale, Fabio Bergamini e Michele Facci della Lega intervengono sulla notizia, uscito sulla stampa locale, dell’arresto (ai domiciliari) di un medico che per circa dieci mesi ha operato all’interno della casa circondariale di Ferrara.

Il medico in questione avrebbe ricevuto del denaro per dichiarare l’incompatibilità con il regime carcerario di un detenuto, tentando inoltre, sempre secondo quanto riferito dai media locali, di introdurre nel penitenziario della droga e un telefono cellulare.

“Al di là dell’increscioso episodio avvenuto nella casa circondariale dell’Arginone – rimarcano Bergamini e Facci – il problema dell’assistenza medica nelle carceri emiliano-romagnole è da tempo portato all’attenzione della giunta, ad esempio alla Dozza di Bologna dopo l’episodio del suicidio di settembre i detenuti hanno denunciato la difficile situazione dovuta alla presenza di un solo medico in servizio in struttura, al posto dei cinque precedentemente attivi (pochi mesi prima erano addirittura in 16)”. Inoltre, aggiungono, “da tempo si invoca un potenziamento delle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (rems) presenti sul territorio regionale, per fare fronte alla crescente presenza negli istituti carcerari di detenuti con problemi psichiatrici”. Situazione, evidenziano, “che inevitabilmente di ripercuote sul lavoro della polizia penitenziaria”.

I due consiglieri chiedono quindi alla giunta regionale chiarimenti sulla vicenda del medico ai domiciliari attivo nel carcere di Ferrara. Vogliono poi sapere, nello specifico, come vengano eseguite dalle aziende sanitarie le selezioni del personale medico nelle strutture carcerarie della regione, a partire da Ferrara (il medico in questione sarebbe stato assunto con contratto libero professionale). Sollecitano poi delucidazioni sulla situazione del servizio sanitario nelle carceri emiliano-romagnole.

(Cristian Casali)

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