Bilancio 2023 e Defr promossi dalle parti sociali. L’apprezzamento per la manovra finanziaria varata dalla giunta regionale è arrivato nel corso dell’audizione avvenuta nel corso della commissione Bilancio e Affari generali presieduta da Massimiliano Pompignoli.
In sintesi la manovra ammonta a 13,3 miliardi di euro, di cui 9 destinati alla sanità (con risorse aggiuntive per compensare i mancati trasferimenti da parte del governo nazionale) e spiccano, fra le tante voci, i 100 milioni di euro previsti per welfare e servizi ai cittadini e la conferma di tutte le misure anticrisi per nidi, esenzione ticket, trasporto pubblico gratuito per studenti nel tratto casa-scuola e per i pendolari e del Fondo regionale per la non autosufficienza (oltre 500milioni di euro). Gli investimenti aumentano a oltre 2,3 miliardi di euro, di cui più di 1 miliardo solo per il prossimo anno grazie a una forte accelerazione nella spesa dei fondi europei per il triennio 2023-2025. Inoltre, si segnala una quota di cofinanziamenti a carico del bilancio regionale che raggiunge i 373 milioni per attivare misure per quasi due miliardi di euro.
“L’aggiornamento del Defr è frutto della situazione contingente in modo da permettere all’amministrazione regionale di operare: siamo molto preoccupati per l’aumento dell’inflazione, ma nonostante questo la Regione vuole proseguire con investimenti al fine di creare lavoro. Gli investimenti fanno registrare un aumento di 2 miliardi di euro”, spiega la relatrice di maggioranza del Defr Marilena Pillati (Pd), mentre per la relatrice di minoranza Maura Catellani (Lega) si tratta di “un Defr molto ridotto rispetto a quello dell’anno scorso in cui mancano molti temi emersi nel corso dell’anno. Vorremmo capire meglio dall’assessore Taruffi cosa intenda fare il suo assessorato”.
Nel merito del “pacchetto Bilancio” propriamente detto (bilancio di previsione e collegato) è intervenuta la relatrice di maggioranza Lia Montalti (Pd) che ha ricordato come “agiamo in un momento molto difficile, segnato da guerra, inflazione e pandemia, ma la Regione opera nell’interesse dei cittadini”. Montalti ha sottolineato come il Bilancio premi le politiche di cofinanziamento dei fondi europei e dall’utilizzo di risorse regionali per far fronte ai problemi della sanità dovuto ai mancati trasferimenti dei fondi Covid dal governo. Ricordiamoci che senza le spese straordinarie dovute al Covid e al carobollette il bilancio della sanità si sarebbe chiusa in pareggio”. Il relatore di minoranza Michele Facci (Lega) ha bocciato il Bilancio 2023 definendolo un provvedimento “tutto condizionato dalla vicenda della sanità: ci sono ancora troppe zone d’ombra che saranno sicuramente state accentuate da quanto avvenuto negli ultimi tempi, ma penso che siano problemi strutturali che vengono da lontano.
Nette le posizioni dei rappresentanti delle parti sociali.
Marina Balestrieri, (Cgil Emilia-Romagna) intervenuta anche a nome di Cisl e Uil regionali, ha sottolineato come “i sindacati confederali apprezzano come la Regione voglia utilizzare proprie risorse per garantire la tenuta della sanità regionale, ma proprio per questo non condividiamo la decisione del governo di non procedere ad aumentare il Fondo sanitario nazionale pur a fronte dell’aumento delle spese Coronavirus. Se nei prossimi anni il governo non aumenterà gli stanziamenti per la sanità, l’intero sistema pubblico sarà a rischio. Auspichiamo che in fase di assestamento ci siano più risorse per il welfare e misure per far fronte all’aumento delle bollette di luce e gas”.
Gianluca Rusconi (Confindustria Emilia-Romagna) ha sottolineato come ci si trovi di fronte al paradosso per cui le imprese hanno un numero in crescita di ordinazioni, ma sono preoccupate perché l’aumento dell’inflazione mette a rischio competitività e ripresa. “Del Bilancio regionale apprezziamo che non si taglino i servizi e non si alzino le tasse, ma occorre di rivedere le modalità della nostra spesa pubblica altrimenti c’è il rischio che il sistema non regga di fronte alle nuove sofferenze economiche e quindi smettano di essere erogati servizi ai cittadini”, spiega Rusconi che sottolinea come “siamo invece preoccupati per il payback in sanità: le aziende sono molto in ansia per quello che questo significa per le imprese del biomedicale. Il tema ci preoccupa di più perché in Emilia-Romagna c’è il 30% del totale delle aziende biomedicali italiane”.
I temi e le preoccupazioni poste dai sindacati confederali e da Confindustria sono stati recepiti dall’assessore al Bilancio Paolo Calvano che ha assicurato il massimo impegno della Regione per garantire la tenuta del tessuto produttivo e sociale.
(Luca Molinari)