Una legge a sostegno del terzo settore, dell’amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva.
È quanto propone un progetto di legge presentato da Emilia-Romagna Coraggiosa e dal Partito Democratico a prima firma di Federico Alessandro Amico e sottoscritto anche dai democratici Francesca Maletti, Ottavia Soncini, Marcella Zappaterra, Manuela Rontini, Andrea Costa, Lia Montalti, Nadia Rossi, Palma Costi, Roberta Mori, Marilena Pillati, Antonio Mumolo, Pasquale Gerace, Matteo Daffadà, Massimo Bulbi, Luca Sabattini, Stefano Caliandro e Francesca Marchetti.
Il pdl è composto da 32 articoli e ha come obiettivo quello di “promuovere e sostenere il ruolo degli Enti del terzo settore e le forme di cittadinanza attiva in considerazione del loro ruolo nella società regionale e la loro pluralità di forme e attività. Oltre a valorizzare e disciplinare il sistema della rappresentanza degli Enti del Terzo settore, si vuole promuovere e diffondere la cultura del volontariato e quella del dono”. Ampia importanza viene data all’integrazione delle politiche pubbliche e delle risorse in funzione dell’innovazione aperta, della qualificazione della spesa e della promozione di ecosistemi stabili all’interno delle comunità, fondati sul principio di sussidiarietà orizzontale, su legami autentici di fiducia e di solidarietà e sulla produzione di forme di economia a impatto sociale.
Si sottolinea come sia centrale la promozione della cultura della trasparenza, della rendicontazione e della valutazione nonché degli impatti generati dalla creazione di rapporti collaborativi fra amministrazioni pubbliche ed Enti del Terzo settore quale tratto distintivo dell’amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva.
La Regione istituisce presso l’assessorato competente un Osservatorio regionale del Terzo settore e sull’Amministrazione condivisa, quale strumento di studio e approfondimento per lo svolgimento dei lavori del Consiglio Regionale del Terzo settore anche avvalendosi del supporto di esperti in materia individuati dalle Università che hanno sede nel territorio regionale.
La legge, inoltre, prevede l’istituzione del Consiglio Regionale del Terzo settore così composto: dal Presidente o un suo delegato; da quattordici componenti designati secondo procedure trasparenti e democratiche, dall’associazione degli Enti del Terzo settore più rappresentativa in Emilia-Romagna (i componenti saranno scelti secondo modalità tali da garantire l’equa rappresentanza territoriale e delle diverse tipologie di enti del terzo settore); da un rappresentante del Coordinamento regionale dei Centri di Servizi per il Volontariato (sono inoltre invitati a partecipare all’attività del Consiglio tutti gli assessori regionali, o loro delegati, in relazione ai temi e agli oggetti da trattare, così come un rappresentante di ANCI Emilia-Romagna); un rappresentante dell’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna; il presidente della commissione assembleare regionale competente o un suo delegato.
Il Presidente della Giunta regionale, inoltre, sentito il Consiglio Regionale del Terzo settore, indice annualmente l’Assemblea regionale del Terzo settore quale momento di confronto, verifica e proposta sulle politiche di interesse. L’Assemblea è costituita dagli Enti del Terzo settore iscritti al Registro unico nazionale del Terzo settore, con sede nel territorio regionale.
(Luca Molinari)