“Quali azioni sono state intraprese in questi anni dalla Regione in merito alla malattia di Menière e quali azioni si intendono intraprendere in futuro?”.
Il quesito proviene dal gruppo della Lega con un’interrogazione a prima firma Matteo Montevecchi e sottoscritta anche dai colleghi di gruppo Fabio Bergamini, Simone Pelloni, Valentina Stragliati, Daniele Marchetti e Michele Facci.
Descrivendo la sindrome come una malattia difficile da diagnosticare e comunque caratterizzata da ipoacusia cocleare che si accompagna a episodi di vertigine rotatoria per una epidemiologia non confermata (non esistendo alcun registro della malattia) di 50 casi ogni 100 mila abitanti, i leghisti sottolineano le ricadute sulla sfera psicologica di chi ne sia affetto e di come questa malattia, identificata come sindrome, non sia inclusa nell’elenco delle malattie croniche e neppure nelle tabelle delle patologie invalidanti con una percentuale univoca di invalidità civile.
Alla luce della situazione esistente e di come alcune Regioni (segnatamente la Regione Marche) abbiano attivato percorsi diagnostici per la gestione del paziente affetto da malattia di Menière, i leghisti chiedono alla giunta se “intende attivarsi affinché la malattia di Menière venga riconosciuta come malattia cronica invalidante, inserendola tra le patologie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa per le correlate prestazioni sanitarie, e se intende procedere a individuare criteri per agevolare l’erogazione di contribuiti in favore dei soggetti affetti da questa patologia”.
Nell’auspicare la promozione di apposite campagne di informazione e sensibilizzazione sulla malattia, gli esponenti del Carroccio chiedono all’esecutivo regionale anche “se intende individuare strutture pubbliche, di alta specializzazione, ovvero, che dispongono delle apposite competenze e strumentazioni da dedicare alla cura e alla prevenzione della malattia di Menière, nonché votate a percorsi terapeutici e riabilitativi”.
(Luca Boccaletti)