Un Piano degli investimenti particolarmente rilevante che, nell’arco di appena due anni, ha raggiunto i 19,9 miliardi di euro, con 6,5 miliardi in più rispetto al primo DEFR di legislatura. Strategica la realizzazione del rigassificatore di Ravenna.
Disco verde in Assemblea legislativa alla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale (Defr). Per la maggioranza di tratta della conferma del buon governo della giunta, mentre le opposizioni sottolineano ritardi su temi strategici e chiedono un cambio di passo soprattutto in sanità.
La relatrice di maggioranza Marilena Pillati (Pd) ha spiegato come “i tassi di crescita previsti per il 2023 non sono migliorati, per cui è importante essere tempestivi nel perseguimento degli obiettivi che la Regione si è data. Nel Defr c’è un incremento degli investimenti di 1,9 miliardi, in particolare per il capitolo sanità ma anche per cultura, sostegno alle imprese, agricoltura e infrastrutture. Un nuovo obiettivo è quello relativo al rigassificatore di Ravenna, col quale si punta a far fronte ai costi legati alla crisi energetica. Uno degli elementi di rilievo è l’aumento di 4,5 milioni per investimenti nel triennio 2023-2025 per valorizzare il patrimonio culturale. Sul tema lavoro e formazione è riconfermata l’attività per incentivare l’occupazione nel medio e lungo periodo con investimenti dedicati alla formazione. Si conferma la volontà di sostenere il sistema sanitario pubblico e universalistico”.
Netta, invece, la bocciatura della relatrice di minoranza Maura Catellani (Lega): “E’ un documento deficitario, superficiale: chiediamo di istituire una commissione assembleare per monitorare e gestire il Patto per il lavoro e il clima. Altra nota dolente sono i Centri per l’impiego e il programma Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori): quello dei Centri è un sistema vecchio, funziona meglio il sistema delle Agenzie per il lavoro. In Emilia-Romagna i soldi stanziati per il Gol sono 56 milioni ma è inutile alimentarlo, il sistema deve essere rivisto”.
“Serve un maggiore impegno sulla sanità visto le difficoltà che dobbiamo affrontare”, spiega Daniele Marchetti (Lega) che nel suo intervento ha ribadito “l’importanza della proposta della Lega di prevedere uno screening per valutare la fertilità, su base volontaria, per i 26enni in modo da metterli a conoscenza di eventuali problemi: abbiamo riformulato la nostra proposta emendandola di tutte quelle espressioni su cui in commissione, in maniera pretestuosa, il centrosinistra e i 5 stelle hanno detto che offendevamo le donne. Ora voglio vedere cosa vi inventerete per bocciarlo”.
Simone Pelloni (Lega) ha sollevato il tema dell’Irap a carico delle Aziende servizi alla persona (Asp): “Eravamo in attesa di un atto concreto di compensazione dell’imposizione fiscale per fine anno. Le aziende pubbliche pagano l’8% di Irap e il privato zero. Da una giunta che dichiara di sostenere e valorizzare il pubblico, vediamo invece perpetuare un onere importante. Il secondo tema riguarda le borse di studio: sono necessarie per trattenere chi formiamo”.
Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) ha affrontato la questione sanità: “La Corte dei conti ha messo a nudo la situazione allarmante nell’ambito della Sanità, imponendo interventi straordinari a legislazione vigente. Dal 2012 a oggi, a livello nazionale, sono stati tagliati 41 miliardi alla sanità. Non è casuale un buco di oltre 800 milioni di euro nella nostra sanità regionale e non può essere giustificato solo con il rimborso spese per il Covid e il rincaro dell’energia”. Apprezzato “l’impegno della Regione per rilanciare l’Appennino, anche se non si può lavorare solo in un’ottica emergenziale”.
“Il Defr -ha sottolineato Stefano Bargi (Lega)– si deve agganciare al Documento di economia e finanza nazionale (Def). Il Parlamento europeo sta dimostrando tutta la fragilità delle istituzioni dell’Ue. Occorre capire come ci muoveremo per le forniture di gas, anche alla luce del recente ‘Qatargate’. Per dare risposte ai cittadini occorre tenere conto anche di questi elementi vista la criticità del momento storico. Non trovo riferimenti al Defr che tengano conto di questo contesto”.
Dal canto suo Valentina Castaldini (Fi) ricorda come “abbiamo sempre discusso dei documenti ideologici, mentre nel Defr di quest’anno noto una prima crepa in questo approccio ideologico, anche se ci sono ancora molti problemi perché manca una visione per il futuro. Non si pensa al futuro di questa Regione, non si vuole affrontare il tema natalità, non si fanno scelte e si vuole mantenere tutto quello che si è sempre fatto. Mi piacerebbe, invece, parlare del futuro, ma la giunta sta operando solo per avere tre anni di fronte per usare i fondi strutturali a copertura della spesa corrente. Bisogna convocare gli Stati generali della sanità per pensare a un nuovo modello che, come si deve fare anche per la scuola, punti alla sussidiarietà, perché anche la favola della sanità pubblica universalistica non regge più”.
“Non vorrei che fra qualche tempo il rigassificatore di Piombino prendesse il largo e arrivasse sulle nostre coste. Non possiamo diventare la regione dei rigassificatori. La ripresa delle trivellazioni in Adriatico, inoltre, rischia di danneggiare l’ambiente, specie il Delta del Po”, spiega Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle), che chiede di dare davvero seguito alla legge regionale sulle comunità energetiche e di evitare la contrapposizione tra lavoro e ambiente. La capogruppo ha anche chiesto un intervento deciso a sostegno della sanità pubblica e, rivolgendosi al governo nazionale, ha sollecitato lo stanziamento di risorse nazionali per le spese Covid, mettendo in guardia dalla volontà della destra di privatizzare la sanità.
Di sanità ha parlato anche Manuela Rontini (Pd) che, anche citando il presidente leghista della Conferenza Stato-Regioni e Presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, ha ribadito come sia compito del governo provvedere a fornire le risorse per le spese Covid: “Torno su questo tema perché è dirimente: se non ci saranno queste risorse, sarà un grave problema; servono fondi per garantire la salute ai cittadini”.
Sulla stessa linea Silvia Zamboni (Europa Verde) per la quale va assicurato un diritto universale come quello della salute. Sul piano energetico chiede uno scatto all’esecutivo regionale: “Abbiamo previsto molte risorse, possono costituire un effetto leva”. Nel complesso del Defr, Zamboni ha presentato due emendamenti su cambiamenti climatici e risorse idriche nonché a sostegno all’economia circolare. Zamboni ha anche spiegato che, pur contraria al rigassificatore di Ravenna, Europa Verde ha votato a favore del Defr a conferma della volontà di continuare a far parte della maggioranza che sostiene la giunta Bonaccini.
Per Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) “nel Defr, pur con le criticità del momento, il settore sanitario si conferma una delle priorità, tanto che viene rimpinguato il fondo per la non autosufficienza. L’Emilia-Romagna fa bene a mettere al centro delle proprie politiche sanità pubblica e welfare”.
Emiliano Occhi (Lega) ha commentato: “Con l’aggiornamento del Defr mi sarei aspettato una valutazione dell’impatto economico dovuto alla crisi energetica. Ci siamo arrovellati su meccanismi che nel lungo termine non tutelano le nostre imprese e le nostre famiglie. Il modello di transizione della nostra Regione ha mostrato evidenti limiti e andrebbe rivisto anche il Patto per il lavoro e per il clima”.
Michele Facci (Lega) ha aggiunto: “In questo documento prettamente politico sarebbe stato auspicabile un cambio di passo sul tema della montagna, con politiche dedicate. Nel programma di mandato sulla montagna ci sono tante belle parole ma vengono penalizzati i Comuni che non fanno parte di Unioni, ai quali vengono messe a disposizione meno risorse. Le aree montane, inoltre, sono penalizzate per quanto riguarda il ridimensionamento dei punti parto e la carenza delle connessioni internet. Misure spot non servono”.
Massimiliano Pompignoli (Lega) ha sottolineato il fallimento delle politiche regionali in materia di Unione di Comuni e ha chiesto un cambio di passo nelle attività di contrasto alla fauna selvatica e in particolare la necessità di potenziare le attività di contenimento dei lupi visti i danni che questi causano all’agricoltura, all’allevamento e, in generale, alla popolazione.
Luca Cuoghi (Fdi) ha incentrato il suo intervento sulla mobilità sostenibile: “La Regione ne parla tanto, ma quando si passa al concreto, di proposte se ne vedono poche. C’è molta attenzione a dire cosa devono fare i cittadini, ma da parte della Regione non c’è alcuna volontà di avanzare proposte. Per questo Fdi avanza proposte al Defr per passare a fatti concreti: potenziare le ferrovie, soprattutto nelle ore serali e per le zone più svantaggiate e le località turistiche. Bisogna realizzare due nuove linee ferroviarie nel distretto ceramico modenese: chiediamo uno studio di fattibilità”.
Valentina Stragliati (Lega) ha presentato un ordine del giorno affinché, all’interno del piano regionale di piantumazione di nuovi alberi, si proceda a piantare alberi lungo svincoli, strade di lunga percorrenza, accessi alle città, in modo da trasformare luoghi anonimi in biglietti di benvenuto alle città.
Approvato un odg della Lega emendato dal Pd sul tema della gratuità dei parcheggi vicino agli ospedali.
Nel suo intervento l’assessore al Bilancio Paolo Calvano ha ribadito la bontà del Defr e ha risposto alle varie osservazioni avanzate dai consiglieri nel corso del dibattito. “Con questo Defr facciamo un salto di qualità. Ricordo anche che i comuni montani quest’anno si vedranno distribuire per le strade di loro competenza 11 milioni di euro”, sottolinea Calvano. “Si può fare meglio? -conclude l’assessore-. Certo, si può fare sempre meglio: ma questo è un salto di qualità importante”. Sulla stessa linea l’assessore al Welfare Igor Taruffi che ha in particolare preso posizione sui temi legati al sociale e alla montagna.
(Luca Molinari e Lucia Paci)