Chiudere il passaggio a livello numero 13 della linea ferroviaria Reggio Emilia-Ciano d’Enza solo dopo aver realizzato la viabilità alternativa e rispristinare la fermata ferroviaria di Codemondo.
A chiederlo, in un’interpellanza, è la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto), che ricorda come queste misure servirebbero per rendere più sicuro e più agevole l’uso del treno, riducendo così il ricorso all’auto privata.
“Una giunta regionale che, a parole, incentiva il trasporto pubblico e in particolare quello su ferro, di fatto costringe un’intera comunità a rinunciare a un mezzo a basso impatto ambientale quale il treno della linea ferroviaria Reggio Emilia–Ciano d’Enza, obbligandola all’uso dell’automobile, fra l’altro su percorsi ancora più lunghi e trafficati”, spiega la capogruppo. Giulia Gibertoni vuole sapere dalla giunta “se non ritenga opportuno modificare urgentemente la delibera del luglio 2022 e il relativo protocollo d’intesa sottoscritto tra le parti, subordinando, come era previsto inizialmente in un’altra delibera del novembre 2020, la soppressione del passaggio a livello numero 13 alla realizzazione di una viabilità alternativa e alla riattivazione della fermata ferroviaria di Codemondo (in corrispondenza dello stesso passaggio a livello, soppressa dopo decine di anni di esercizio)”.
L’assessore ai Trasporti Andrea Corsini ha risposto che “gli interventi previsti sono stati condivisi con il Comune di Reggio Emilia, sul cui territorio vanno a incidere, e il Comune ha fatto tutte le valutazioni del caso prevedendo di deviare il traffico su un’altra strada dedicata. Si è operato per superare l’impatto del traffico sulla frazione di Codemondo e le scelte pensate hanno un effetto positivo sulla popolazione. Ricordo anche che togliere il passaggio a livello migliora i tempi di percorrenza dei mezzi. La stazione di Codemondo, già nel periodo pre Covid, era usata da una decina di persone: è previsto un collegamento di bus per ovviare alla chiusura della stazione”.
Giulia Gibertoni si è detta insoddisfatta perché “non si può dire che chiudere una stazione è una scelta che migliora il servizio: la giunta ragiona in maniera privatistica e non da ente pubblico”.
(Luca Molinari)