COMUNICATO
Ambiente e territorio

Carceri. Amico (ER Coraggiosa): “Situazioni critiche a Parma e Reggio Emilia”

Nella città Ducale, malfunzionamento di riscaldamento e carenza di acqua calda. Nel capoluogo reggiano, manca il personale sanitario, sceso da 16 a 4 unità, e non è garantita la continuità assistenziale: “La Regione solleciti il governo per un piano di ristrutturazioni usando i fondi del Pnrr”

Nel carcere di Parma il sistema di riscaldamento e di erogazione di acqua calda funziona male, mentre in quello di Reggio Emilia non è garantita la continuità assistenziale, in particolare nella sezione transgender, come pure in altri istituti della regione.

Sono, in sintesi, alcune delle richieste alla giunta contenute in un’interrogazione di consigliere Federico Amico, capogruppo di Emilia-Romagna Coraggiosa. Il consigliere vuole sapere se la Regione, per Parma, “abbia intenzione di intercedere con la direzione dell’istituto penitenziario, ed eventualmente con il ministero della Giustizia, perché si intervenga al fine di sanare la situazione di disagio che, durante la stagione invernale, rappresenta un importante problema anche di salute per molti detenuti presenti”. Per l’istituto di Reggio Emilia, e per gli altri della regione, invece, si chiede quali provvedimenti si intendano adottare. Infine, Amico vuole conoscere se la Regione “abbia intenzione di sollecitare il Governo perché presenti urgentemente un piano di riqualificazione strutturale degli istituti penitenziari della regione, utilizzando i fondi del Pnrr, al fine di intervenire e risolvere i problemi di scarsa vivibilità delle carceri, con l’obiettivo di ridurre il disagio della popolazione detenuta, da troppo tempo esposta a frequenti gesti di autolesionismo e suicidio”.

Il consigliere ricorda che il governo voleva stanziare, nella legge di Bilancio 2023, fondi per nuove carceri, mentre è stato approvato un piano di “razionalizzazione” dei costi del personale di 35 milioni: “Un provvedimento che testimonia un’assenza di attenzione nei confronti di chi lavora negli istituti di pena e attesta la rinuncia a costruire nuove carceri a fronte dell’impossibilità di dotarle del personale adeguato”.

A Parma, scrive Amico, nelle celle si registrano infiltrazioni di acqua e presenza di muffa, termosifoni malfunzionanti così come l’erogazione di acqua calda. A Reggio Emilia, invece, manca il personale sanitario, come evidenziato dall’associazione Antigone e dalla Cgil, sindacato che ha denunciato come i sanitari, passati da 16 a 4, siano costretti a turni massacranti e a subire svariate aggressioni.

(Gianfranco Salvatori)

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