Per Giulia Gibertoni (gruppo Misto) il regime di controlli interni all’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) è inadeguato, “occorre renderli – rimarca – effettivi e certi, serve una struttura di controllo autonoma e indipendente”.
La consigliere, con un’interrogazione a risposta immediata in aula, interviene, infatti, sull’inchiesta giudiziaria (per “tangenti in cambio di lavoro”) che vede coinvolta Aipo, “sono cinque – spiega – le persone indagate dai magistrati per le ipotesi di reato di corruzione e peculato, compreso il direttore dell’istituto”.
Direttore (“con una lunga militanza politica nel Pd”), si legge nell’atto, “cui erano state chieste, dal Comitato di indirizzo di Aipo, le dimissioni, richiesta che sarebbe però stata respinta dallo stesso dirigente, per questo si sarebbe poi proceduto a una sospensione cautelare”.
“Questa vicenda di corruzione – rimarca Gibertoni che cita altri casi giudiziari che vedono coinvolta Aipo – fa emerge un problema ben più ampio in Aipo, i meccanismi di controllo interno sembrerebbero meramente formali”.
“Non c’è ancora il rinvio a giudizio del direttore, ma allo stesso tempo, a livello etico, non condividiamo le sue mancate dimissioni”, la risposta arriva dalla vicepresidente Irene Priolo. L’assessora spiga poi che “è fondamentale garantire il regolare funzionamento di Aipo, per noi questa è una vicenda gravissima, avremo un comportamento rigoroso, procederemo, secondo normativa, per difendere la buona reputazione di Aipo e di tutti quei dipendenti che continuano a lavorare in modo onesto”.
Per Gibertoni “la risposta è insufficiente, non è stato avviato un procedimento disciplinare, nulla viene poi detto sui controlli”
(Cristian Casali)