Risolvere i problemi segnalati dalle associazioni che si occupano di malati di Alzheimer e delle loro famiglie per garantire il servizio.
A chiederlo è Fratelli d’Italia in un’interrogazione a firma Giancarlo Tagliaferri (prima firmatario), Marta Evangelisti e Luca Cuoghi che ricorda come “le associazioni Alzheimer in Emilia-Romagna hanno indirizzato all’assessore regionale alla Salute, all’assessore regionale alle Politiche Sociali e ad alcuni referenti regionali sulle questioni attinenti le misure di politica sanitaria e sociosanitaria riguardanti la demenza, e ai Direttori delle Ausl di tutte le province emiliano romagnole, una nota nella quale venivano sottolineate i problemi relativi alla aumentata diffusione nella popolazione anziana delle demenze”.
Tra i problemi segnalati spiccano i seguenti: il ritardo/e o una mancanza di diagnosi per la maggior parte delle persone con demenza, dal 70/80 % dei casi, con conseguente condizioni di isolamento e mancato accesso ai pochi provvedimenti economici e socio-sanitari possibili, il progressivo smantellamento dei Centri Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD), come risulta dalla chiusura di molti CDCD, la mancanza assoluta di una effettiva presa in carico delle persone con demenza delle loro famiglie, i lunghi tempi di attesa per la diagnosi e per la semplice prescrizione di trattamenti farmacologici (come diretta conseguenza dell’assenza di CDCD); la concreta impossibilità ad assistere le persone con demenza e i loro caregivers nel domicilio e nelle comunità di appartenenza, a parte i pochi casi di assistenza domiciliare di poche ore a settimana e il ricovero e l’emarginazione in RSA e RSSA, come unica risposta reale possibile, per tutte le famiglie, che non siano nelle condizioni di assistere a casa i loro congiunti affetti.
Da qui l’atto ispettivo per sapere “quali provvedimenti intenda adottare per la soluzione dei problemi segnalati e quali sono le iniziative e se si intenda comporre un tavolo tecnico regionale permanente sulle demenze secondo le indicazioni fomite dalle associazioni Alzheimer”.
(Luca Molinari)