Cosa pensa la Regione della Tabooteca di Bologna? A chiederlo, con un’interpellanza, è Valentina Castaldini (Fi) vista la nascita, sotto le due torri, di uno spazio pubblico (la Tabooteca) che ha come obiettivo quello di sfatare i tabù, fra cui identità di genere e teoria gender, e spiegare la sessualità ai più piccoli attraverso il gioco.
“In base a quanto spiegato sul sito dei promotori -ha sottolineato la consigliera- la Tabooteca mira a consentire anche ai più piccoli di scoprire, conoscere, condividere, finalità che sono alla base delle intenzioni del prestito, perché con l’educazione e il gioco si possa arrivare a sfatare i tabù, tanto che fra i vari oggetti disponibili per la formazione appaiono peluche e giochi che riproducono i genitali femminili. Il materiale viene fornito a chi si occupa di educazione sessuale, per la quale, stando a quanto indicato sul sito, non si richiede una laurea o una formazione specifica. Questa è superficialità e approssimazione”.
Castaldini interpella pertanto la giunta per chiedere “quali sono le basi scientifiche, pedagogiche ed educative per le quali è corretto educare bambine e bambini, fin dalla scuola per l’infanzia, a temi come l’aborto, la contraccezione e le malattie sessualmente trasmissibili e a quanto ammonti il finanziamento della Regione Emilia-Romagna per questo progetto e se si intenda confermarlo”. Valentina Castaldini, inoltre, chiede alla Regione “se non creda che l’educazione sessuale ed affettiva sia da svolgere esclusivamente da parte di personale in possesso di uno specifico ed adeguato titolo di studio”.
Ha risposto l’assessora alle Pari opportunità Barbara Lori: “Tabooteca è una delle azioni di un più vasto progetto dal titolo ‘Elette’ che si propone di contrastare le disuguaglianze di genere, identità e orientamento sessuale. L’attività è svolta dalla fondazione Orlando, si svolge nel Centro documentazione donne ed è finanziata dalla Regione attraverso il bando per la promozione delle pari opportunità per le annualità 2021-2022. Il contributo stanziato è pari a 20mila euro. Gli strumenti didattici sono solo una linea di intervento rivolte a persone adulte per svolgere percorsi educativi secondo linee guida internazionali”.
La consigliera si è detta non soddisfatta: “È interessante conoscere quali sono i dati raccolti e l’esito di questo lavoro. Se l’obiettivo è contrastare stereotipi ed educare al rispetto di genere, il nostro compito è verificare che gli strumenti siano adeguati. Le priorità devono essere chiare. Fondamentale la formazione di chi va a parlare nelle scuole con i bambini”.
(Lucia Paci)