Ambiente e territorio

Bargi (Lega): salvaguardare il calendario venatorio e garantire i giorni di caccia

“C’è chi paga una tassa per poter cacciare. Va garantita la continuità”. L’assessore Mammi: “Il calendario è stato costruito in modo corretto rispettando le norme”

La Regione spieghi come intende salvaguardare il prossimo calendario faunistico-venatorio, per garantire i giorni di caccia a chi ha pagato la tassa per poter esercitare il prelievo venatorio. Serve chiarezza.

A chiederlo è un’interpellanza a prima firma Stefano Bargi (Lega) e sottoscritta anche dai colleghi di gruppo Gabriele Delmonte, Matteo Montevecchi, Emiliano Occhi, Andrea Liverani, Fabio Rainieri, Maura Catellani, Matteo Rancan e Michele Facci. Alla richiesta dei leghisti ha risposto l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi.

“Pensiamo di aver costruito un calendario venatorio corretto, rispettoso delle norme. Riteniamo – ha continuato l’assessore Mammi – che il calendario sia valido e lo riproporremo. Condivido che serva chiarezza e chi si iscrive debba avere la sicurezza dei tempi, perché non sarebbe corretto verso i cacciatori. Il caso della Toscana è unico in Italia”. Sul monitoraggio della fauna selvatica, Mammi ha ricordato che “già si usa il lavoro dei cacciatori, che censiscono i fasianidi e le lepri al termine della stagione di caccia. E ogni anno fanno il censimento dei cervidi (capriolo, daino e cervo). Per la beccaccia c’è il protocollo Ispra per censimento nelle aree protette, da operatori che hanno seguito un corso. Per essere validi, i monitoraggi vanno organizzati secondo un protocollo, sotto la supervisione di un referente scientifico, per arrivare a definire il termine del calendario venatorio. Alcune associazioni hanno chiesto di fare monitoraggio, ma i dati non sono stati uniformi. La Regione sta studiando le linee guida per il monitoraggio della beccaccia e i corsi saranno svolti da Ambiti territoriali di caccia (Atc) e associazioni venatorie, ambientali, agricole”.

Al termine, Bargi ha ricordato “che il Tar delle Marche ha definito generici i rilievi di Ispra. L’atteggiamento di cedere non appena il gioco si fa duro, fa sì che calendario dell’Emilia-Romagna diventi facilmente aggredibile”.

Nell’interpellanza, gli esponenti del Carroccio lamentano una “costante diminuzione dei cacciatori residenti in Emilia Romagna, nonché degli iscritti agli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) regionali” e ricordano quanto avvenuto nel 2022 con diverse associazioni animaliste che hanno presentato ricorso al Tar contro il calendario venatorio e per chiedere la chiusura della stagione venatoria al 31 dicembre per turdidi, beccaccia e tutti gli uccelli acquatici. Il TAR ha respinto in primo grado la richiesta ma il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione stabilendo la chiusura per la fine dell’anno. A tale decisione si è rimessa la Regione con una delibera che ha recepito lo stop alla caccia al 31/12/2022.

Denunciando come “evidente la non volontà della Regione Emilia-Romagna di ricercare strade alternative aspettando il giudizio di merito del TAR di Bologna, al contrario di quanto fatto, ad esempio, dalla Regione Toscana”, i leghisti lamentano come ai cacciatori emiliano-romagnoli “venga meno quasi un mese di prelievo di queste specie, generando una limitazione alla loro attività che ne disincentiva la volontà di rinnovare le iscrizioni agli ATC regionali”. C’è, poi, anche l’uso del cane da ferma, previsto da Ispra.

Stante la situazione i consiglieri leghisti chiedono un rafforzamento delle attività a supporto del calendario faunistico-venatorio in collaborazioni con associazioni di cacciatori e ATC e, più in generale, “se si intenda garantire in futuro la continuità e la certezza del calendario faunistico-venatorio assicurando stabilità all’attività dei cacciatori e mettendo fine a sperequazioni che disincentivano le iscrizioni agli ATC”.

(Gianfranco Salvatori)

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