Infrastrutture e trasporti

Viabilità in Appennino bolognese, respinte due risoluzioni del centrodestra

Presentate da Mastacchi (Rete Civica) e Facci (Lega). Una chiedeva di migliorare la circolazione tra Pianoro e Sasso Marconi, l’altra di ripristinare lo studio di fattibilità per la bretella Reno-Setta. Duro confronto in Aula tfa il Pd, l’assessore Taruffi e la minoranza

Sono state respinte dall’Assemblea legislativa le risoluzioni di Marco Mastacchi (Rete Civica) e Michele Facci (Lega) che chiedevano di impegnare la giunta ad avviare un percorso condiviso, anche con le amministrazioni comunali, per migliorare il collegamento tra Pianoro e Sasso Marconi nelle valli del Savena e Reno, garantito dalla strada provinciale delle Ganzole. Il documento della Lega, invece, chiedeva il ripristino dello studio di fattibilità della bretella Reno-Setta.

“Ci sono molte emergenze sull’Appennino bolognese – ha esordito Mastacchi – come la frana sulla Provinciale 325, i lavori sul bretella di Sasso Marconi, i lavori sulle gallerie della A1, quelli per la ricostruzione del ponte Da Vinci e il rischio crolli dalla rupe a Sasso Marconi. Tutti fattori che incidono pesantemente sulla viabilità locale. La strada delle Ganzole è tortuosa e percorsa dai tir che, per evitare Bologna, creano lunghe code. Inoltre, ci sono i disagi provocati da neve e ghiaccio. Non si può continuare a ignorare il problema. Con i lavori imminenti per il passante di mezzo, la viabilità sarà impossibile specie per i tir diretti verso sud. L’assessore Corsini rispose che restava aperto uno studio di fattibilità per i trasporti aprendo così a valutare una soluzione”.

Per Stefano Caliandro (Partito democratico) “la risoluzione è importante”. Ma un’analisi del 2021, ha continuato, mostra come la zona non beneficerebbe dell’opera, perché ci sarebbero risparmi di alcuni minuti e non ci sono riduzioni per chi viene da Sasso Marconi. Invece, “il nodo di Casalecchio e il passante di Bologna garantiscono migliorie. In nessuno strumento di pianificazione è prevista una bretella, anche perché servirebbe una variante a diversi Piani: Prit, Ptm e Pums. Questa è una variante politica. Ci sono già le risposte. Esiste una diversità tra destra e sinistra sullo sviluppo dei trasporti. Per noi, lo sviluppo deve essere più ecosostenibile senza spendere risorse”.

Facci ha affermato che “Caliandro parla del Passante di mezzo di Bologna, ma dobbiamo ancora conoscere l’impatto delle emissioni nocive, non c’è uno studio. Quando c’è un problema sulla Porrettana abbiamo due vallate isolate, cioè cittadini e tessuto produttivo bloccati. Questo dimostra che le infrastrutture esistenti non sono sufficienti. Migliorare la Porrettana è degno di attenzione e di essere comparato con i benefici che porterebbero a quel territorio le soluzioni per bypassare le valli. La Regione si è sempre sottratta al confronto. Il sostegno a imprese e famiglie si garantisce con soluzioni definitive, non con piccoli accorgimenti. I piani citati da Caliandro non sono le tavole di Mosè. Si possono cambiare. Imprese, studenti e cittadini lo chiedono da anni, ma voi negate che esista una necessità. Porteremo avanti la battaglia, per garantire pari diritti a tutti”.

Silvia Zamboni (Europa Verde) ha ricordato a Facci di aver chiesto a che punto fosse l’installazione delle centraline per monitorare la costruzione del Passante e il suo funzionamento. “Europa Verde poi – ha detto – ha votato contro il Passante in Regione e in Comune. Noi siamo da sempre contro il Passante sud”.

Mastacchi ha replicato a Caliandro: “I tempi citati li può raccontare a chi non vive in quei territori. Con un tir davanti si sale a 15 km/h. Lo studio citato da Caliandro è strumentale. Lo stesso Corsini disse che c’era la strada aperta per studiare la fattibilità. Il Passante di mezzo di Bologna è già deciso, ma è una scelta antistorica, sarà già vecchio quando sarà inaugurato, non risolverà i problemi: code per i cantieri e Italia tagliata i due in caso di incidente”.

Giuseppe Paruolo (Pd) ha sottolineato che “occorre capire quali interventi vanno promossi. E si deve poi vigilare perché gli interventi in via di realizzazione siano completati. Sul passante di mezzo, di cui si parla da 25 anni, bisogna riflettere sui flussi di traffico. Quelli verso Firenze sono inferiori al 20%, dalla montagna verso Milano e l’autostrada la percentuale è dell’80%. Se la sollecitazione di Mastacchi si trasforma in un invito a riguardare ciò che può essere fatto, ci faccia capire quali interventi risolutori si possono attuare”.

Igor Taruffi, assessore alla Montagna, ha invitato “a unire le forze per trovare soluzioni” ricordando gli 11 milioni per le manutenzioni delle strade comunali, stanziati dalla giunta, e il milione e 800mila euro per le strade dell’Appennino. “La Regione finanzia il progetto di Anas per ammodernare la Porrettana. Il progetto è pronto, è prevista la risoluzione di alcuni nodi, tra cui quello di Sasso Marconi: realizzarlo costa 656 milioni. Al ministero, al vice ministro Galeazzo Bignami, chiediamo i soldi invece che venire a fare una passerella sul ponte Da Vinci: ci dica se metterà soldi sull’Appennino bolognese. Non chiedete a noi di fare ciò che deve fare governo”. E ancora: “La bretella Reno-Setta non ha uno studio di fattibilità. Bignami oggi sta incontrando sette sindaci di destra. Il vice ministro fa un incontro senza invitare Regione e Città metropolitana e c’è anche la capogruppo Marta Evangelisti. Le istituzioni sono una cosa seria, se Bignami ha in mano una soluzione convochi tutti. Se le risorse non ci sono, invece che perdere tempo, è meglio realizzare il progetto della Regione, l’Anas è pronta e va cantierato. Noi le risorse le abbiamo messe, con cittadini e sindaci ci confrontiamo, ma con tutti non solo quelli di una parte politica”.

Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) ha replicato a Taruffi, sostenendo che “non siamo noi a insegnare a un ministro come fare il lavoro. Sono i sindaci che hanno cercato un interlocutore”. E Facci ha sottolineato che “Taruffi pretende che il governo paghi tutto. Bene, ma la vostra volontà dimostra di non voler seguire strade che porterebbero alla risoluzione dei problemi. Avete pregiudizi di partenza”.

Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) ha scandito che “l’impressione è che Facci voglia intervenire sulla Regione perché a Roma avete delle difficoltà. Vanno risolti i problemi del territorio che aspetta da anni. Bisogna coinvolgere le istituzioni”.

Mauro Felicori (Lista Bonaccini) ha messo in evidenza che “le accuse di Taruffi al vice ministro per la presenza su territorio, sono preoccupanti. La forma di rappresentatività istituzionale è importante. Ci sono regole che vanno seguite”.

Nella risoluzione, Mastacchi ha sottolineato la necessità di “dare risposte alle oltre 400 imprese e a migliaia di pendolari che ogni giorno utilizzano quel tratto di infrastruttura, con una soluzione sostenibile, uno studio di fattibilità finanziabile e cantierabile, al fine di agevolare e rendere più fluido il traffico di scambio tra le due valli ed al contempo potenziando il collegamento della Val di Savena con il nodo di Sasso Marconi”.

“Solo con l’unità d’intenti di tutto il territorio e il sostegno della Regione Emilia-Romagna – ha evidenziato il consigliere – è possibile ottenere dal ministero il finanziamento di un intervento indispensabile e non più rinviabile. Nel recente studio fattibilità della Città Metropolitana, relativo al miglioramento del collegamento fra Pianoro e Sasso Marconi nelle valli del Savena e del Reno, si legge che ‘gli effetti del collegamento sarebbero di fatto solo a beneficio del traffico diretto dal versante est alla rete autostradale, quindi per un numero molto limitato di utenti’, mentre è opinione consolidata che non solo questa riflessione non corrisponde ai disagi che si rilevano quotidianamente, ma anche gli imminenti lavori per il passante di mezzo peggiorerebbero un quadro già critico, rendendo la percorribilità di quel tratto praticamente impossibile. Il miglioramento del tracciato della strada delle Ganzole è una necessità imprescindibile”.

(Gianfranco Salvatori)

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