L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha celebrato la giornata dei “Giusti dell’umanità” con l’iniziativa “I Giusti in Emilia-Romagna. I non ebrei che salvarono gli ebrei“, presentazione del libro di Caterina Quareni organizzata in collaborazione con il Museo Ebraico di Bologna.
All’iniziativa hanno partecipato oltre duecento studenti delle scuole di Lama Mocogno, Cesena, Baiso, Fiorenzuola D’Arda che hanno rivissuto le storie dei “giusti” Guido Morganti di Rimini, Guido Lorenzini di Lama Mocogno (Modena) nonché di Gina Marchesi e Pio Candidi di San Giorgio di Piano (Bologna) attraverso le testimonianze di Patrizia De Luca (su Morganti), Annalisa e Marilena Lorenzini (su Lorenzini), Valerio Gualandi e Mauro Tagliani (su Gina Marchesi e Pio Candini) e i video realizzati dalle scuole bolognesi coordinate da Valentina Arena.
“Il ricordo dei Giusti chiama ciascuno di noi, amministratori, studenti, cittadini a rafforzare l’impegno di difendere i valori della democrazia, della giustizia, della solidarietà. Un omaggio a quanti, con il loro coraggio e la loro determinazione non si sono voltati dall’altra parte, rischiando la propria vita per salvare persone dallo sterminio”, ha spiegato la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti per la quale “le storie di impegno, di coraggio, di abnegazione dei Giusti sono il miglior esempio, soprattutto per le giovani generazioni, per non ripetere gli errori del passato”.
“Ringrazio l’Assemblea legislativa per l’attenzione e l’impegno sui temi della memoria, della storia e per questa importante iniziativa, con la quale coroniamo il lavoro iniziato, insieme alla Regione, dieci anni fa quando cominciammo a raccogliere le storie dei Giusti dell’Emilia-Romagna”, ha sottolineato Vincenza Maugeri, direttrice del Museo ebraico di Bologna, mentre la vicepresidente dell’Assemblea Silvia Zamboni ha evidenziato: “È importante vedere tanti giovani in Regione per questo evento, perché sono loro che portano nel futuro i nostri valori”.
Presenti per un saluto e per partecipare alla mattinata anche la presidente del Consiglio comunale di Rimini Giulia Corazzi, la sindaca di Cattolica Franca Foronchi, il sindaco di Lama Mocogno Giovanni Battista Pasini e il sindaco di San Giorgio di Piano Paolo Crescimbeni, ovvero i primi cittadini dei tre Comuni in cui operarono i Giusti” ricordati durante il convegno a cui hanno presenziato anche i consiglieri regionali Matteo Daffadà e Marco Mastacchi e una delegazione della Repubblica di San Marino.
I Giusti ricordati in Assemblea legislativa
Guido Morganti faceva il sarto. Il 20 novembre 2007 venne insignito del titolo di Giusto fra le Nazioni per aver salvato 13 componenti delle famiglie ebree Finzi e Rimini dalla deportazione nei campi di concentramento nazisti. Poco dopo l’8 settembre 1943, le famiglie Finzi e Rimini fuggirono a Gabicce, ma il luogo non era sicuro perché lì tutti loro erano conosciuti con il vecchio nome. Prima di ripartire passarono a ritirare le stoffe lasciate nel frattempo a Guido Morganti, il sarto a cui avevano chiesto di confezionare dei cappotti in previsione di una fuga lunga e difficile dato l’inverno alle porte. Mentre si trovavano nella bottega qualcuno involontariamente si lasciò sfuggire la propria vera identità. Morganti in due giorni organizzò il trasferimento degli ebrei e li portò personalmente con un carro trainato da buoi a Mondaino, in provincia di Rimini, dove il gruppo riuscì a nascondersi fino alla fine della guerra, scampando alla deportazione.
Antonio Lorenzini era impiegato all’anagrafe del Comune di Lama Mocogno, sull’Appennino modenese. Durante il periodo dell’occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, fu in grado di aiutare molte persone, fra le quali la famiglia ebrea Colorni. Vittore Colorni, che fino alla promulgazione delle leggi razziali fasciste del 1938 era stato professore di giurisprudenza all’Università di Ferrara, l’8 settembre 1943 si trovava in vacanza con la famiglia nella frazione di La Santona, in grave e incombente pericolo di deportazione. Come aveva fatto per molti studenti dell’Accademia militare di Modena, che avevano disertato, Lorenzini fornì alla famiglia Colorni documenti falsi grazie ai quali i Colorni poterono rifugiarsi a Roma fino alla Liberazione. Per questo impegno disinteressato di solidarietà, il 15 gennaio 2001 l’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito ad Antonio Lorenzini l’alta onorificenza dei Giusti fra le nazioni.
Gina Marchesi e Pio Candidi vivevano a San Giorgio di Piano, nella nella Bassa bolognese. Nascosero Eugenio Cuomo e la sua famiglia, evitando così la loro deportazione nei lager nazisti. Fu lo stesso Cuomo ad avviare la procedura di riconoscimento all’istituto israeliano Yad Vashem per Pio e Gina Candini quali Giusti fra le Nazioni che giunse nel luglio 1998, in tempo per essere comunicata a Pio prima della sua morte avvenuta il 1° novembre. L’onorificenza fu invece consegnata a Gina l’11 novembre, nel corso di una cerimonia all’Ospedale di Bentivoglio dove era ricoverata.