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Assemblee regionali: un’agenda comune sulle pari opportunità

Emma Petitti, vicepresidente della Conferenza delle Assemblee legislative con delega alle Pari opportunità e presidente dell’Assemblea dell’Emilia-Romagna: “Volontà unanime di superare differenze e frammentazioni e rendere centrali le politiche per le donne nel Paese. Il documento appena approvato va in questa direzione”

La Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, riunita in assemblea plenaria a Roma alla presenza del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha approvato all’unanimità il documento programmatico in materia di pari opportunità e rappresentanza di genere. Importante l’impegno affinché ogni parlamento regionale adotti modalità per valutare l’impatto di norme e atti amministrativi sui diritti delle donne.

“La condizione femminile – ha commentato Emma Petitti, vicepresidente della Conferenza con delega alle Pari opportunità e presidente dell’Assemblea dell’ Emilia-Romagna – misura la qualità democratica di un Paese e, quando favorevole, lo arricchisce, perché investire sul lavoro delle donne significa investire nell’economia e nello sviluppo sociale”.

“Il lavoro – continua – è il principale strumento di inclusione sociale e una delle vie per assicurare a ogni persona un’esistenza libera e dignitosa. Sta a noi amministratrici e amministratori pubblici rivendicare un lavoro di qualità e al contempo rimuovere le cause che non consentono alle donne l’accesso ai posti apicali. È indifferibile realizzare l’uguaglianza di genere, la parità salariale nonché il riconoscimento dei diritti e delle tutele per tutte le lavoratrici. Il documento programmatico appena approvato va in questa direzione”.

Quattro gli impegni assunti dalla Conferenza delle Assemblee legislative: una campagna di comunicazione per sensibilizzare i cittadini contro la violenza sulle donne; la valorizzazione delle buone pratiche attuate in materia di parità di genere e pari opportunità; l’istituzione, presso l’Assemblea legislativa di ogni Regione e Provincia autonoma, della commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini; e, appunto, l’introduzione o il rafforzamento di meccanismi o istituti assembleari per valutare l’impatto di genere di provvedimenti legislativi e amministrativi, al fine di migliorare la qualità e l’efficacia delle norme regionali rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, della Strategia europea per la parità di genere e della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Il documento è frutto di un lavoro preparatorio che ha messo in luce come, a sfavore delle donne, persistano divari, disparità salariali, ostacoli nell’accesso al lavoro, difficoltà a raggiungere posizioni apicali e a conciliare tempo di vita e di lavoro, specie in relazione alla tutela della genitorialità. Altro assunto alla base del documento è che promuovere la concreta parità dei sessi, anche rafforzando l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne, favorisce la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere.

La Conferenza, pertanto, che svolge anche funzioni propositive e consultive nei confronti delle Assemblee elettive e costituisce sede di riferimento per i rapporti con le Assemblee parlamentari nazionali ed europea, ha inteso contribuire  alla promozione, al rafforzamento e all’attuazione delle politiche e delle strategie in materia di pari opportunità.

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