“Non pensavo che una diciassettenne potesse essere così timida. Quando me l’hanno presentata si è nascosta dietro a un foglio di carta. All’inizio io parlavo molto, lei restava in silenzio. Solo dopo tre mesi ha iniziato a farmi delle domande. Non pensavo potesse nascere un rapporto così profondo. Io non sono una figura né paterna né materna per lei, posso essere forse una sorella o qualcosa del genere. Lei a volte ha la paura, del tutto immotivata, di perdere questa esclusività”. Quella di Giulia Mitrugno è una delle tante storie che ci arrivano da chi ha fatto l’esperienza della tutela minorile.
Mai come oggi il tema delle tutele dei minori stranieri non accompagnati è protagonista delle cronache. Se n’è parlato nel corso di formazione per i giornalisti, organizzato dalla garante regionale dei minori Claudia Giudici e dal Servizio Informazione dell’Assemblea legislativa in collaborazione con l’ordine dei giornalisti, tenutosi nella sede del parlamento regionale.
“Grazie al supporto dei tutori volontari le condizioni di vita di questi ragazzi sono migliorate e le aspettative sono cambiate. Quella del tutore volontario è un’esperienza di cittadinanza attiva straordinaria, di elevato valore umano e civile”, ha sottolineato la garante regionale dei minori Claudia Giudici aprendo i lavori del corso di formazione organizzato dall’ordine dei giornalisti, con la collaborazione dell’Assemblea legislativa, sul ruolo dei tutori volontari in regione. Un corso grazie al quale è stato fatto un focus sulla funzione sociale ricoperta dai media su questo tema.
“Sono oltre 500 – ha evidenziato la garante Giudici – le cittadine e i cittadini che hanno presentato domanda per diventare tutori volontari. L’ufficio del garante si occuperà della loro formazione – da quando è stata creata questa figura sono già stati attivati a livello nazionale 93 corsi di formazione, 9 di questi in Emilia-Romagna”. La garante ha riferito poi che “fra gli aspiranti tutori quasi l’80 per cento sono donne, con un’età media superiore ai quarant’anni; più del 75 per cento sono laureati e l’80 per cento risulta occupato”.
I tutori volontari sono cittadini disposti a esercitare la rappresentanza legale di un minorenne straniero arrivato in Italia senza adulti di riferimento. Il tutore stabilisce una relazione con questi bambini e adolescenti, supportandoli nella crescita e nella realizzazione del loro progetto di vita. Parliamo dei soggetti più fragili e bisognosi all’interno dell’ampio fenomeno migratorio: diverse norme internazionali, europee e nazionali, mirano a proteggerli considerandoli innanzitutto come minori e poi come migranti. Al tutore volontario non viene richiesto di accogliere nella propria abitazione il minore (non si tratta di affidamento familiare), così come non deve sostenere spese.
In Emilia-Romagna sono 1.771 i minori stranieri non accompagnati (dati aggiornati al 31 gennaio 2023), il 9,2 per cento sul totale nazionale (subito dopo Sicilia e Lombardia), per l’85 per cento maschi. Gli arrivi sono in netto aumento: tra il gennaio 2021 e il gennaio 2023 il numero dei minori stranieri non accompagnati censiti, molti ucraini (oltre il 42 per cento), è più che triplicato, passando da 551 a 1.771.
Negli elenchi del tribunale per i minorenni risultano iscritti 192 tutori: a Bologna 108, a Ferrara 22, a Parma 20, 11 poi rispettivamente a Modena, Rimini e Reggio, 9 a Ravenna. Nel 2022 sono entrati 40 nuovi tutori, 42 nel 2021.
Sul ruolo del Tribunale per i minorenni nel sistema di protezione dei minori stranieri non accompagnati è intervenuta anche la presidente del Tribunale dei minori di Bologna, Gabriella Tomai, che ha parlato, nello specifico, della normativa in materia: “La legge Zampa rappresenta una svolta importante sul tema dell’accoglienza di questi minori di età e ridisegna il percorso degli aiuti, anche rispetto ai soggetti che devono intervenire. Con questa norma si vuole poi garantire una più efficace gestione dell’elenco regionale, tenuto dai tribunali, dedicato ai tutori volontari”.
Al corso, moderato dal direttore del Servizio Informazione dell’Assemblea legislativa Mauro Sarti, è intervenuta anche la senatrice Sandra Zampa, prima firmataria della legge del 2017, che porta il suo nome, finalizzata a regolamentare la protezione dei minori stranieri non accompagnati: “Si tratta di una legge per superare le magagne del sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, partendo dal rispetto dei diritti umani, con in testa il principio del non respingimento per chi non è ancora maggiorenne”. Ha poi richiamato i risultati raggiunti: “Notevoli progressi sono stati registrati nelle procedure di accoglienza ed è risultata di grande utilità l’istituzione della figura del tutore volontario”.
Giovanni Rossi, già presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, di Aser e di Fnsi, ha richiamato gli aspetti salienti della deontologia giornalistica in materia di minori: “Quello tra media e minori è un rapporto difficile, in quanto con le nuove tecnologie la veicolazione delle notizie non sempre è sottoposta a controlli”. Ha poi fatto riferimento a due articoli del testo unico dei doveri del giornalista: “I doveri nei confronti dei minori e i doveri nei confronti degli stranieri sono codificati in due articoli collegati alla carta di Treviso, che tratta dei rapporti tra informazione e infanzia, e alla carta di Roma, che affronta le tematiche collegate ai richiedenti asilo, ai rifugiati, alle vittime della tratta e in generale ai migranti. Si tratta di norme che, se disattese, portano a conseguenze disciplinari”.
È stato presentato anche un documento video che racconta le esperienze di tutori volontari (https://www.youtube.com/watch?v=c7S5nDxbIO8). Un filmato realizzato dall’associazione Tutori nel tempo di Ferrara, in collaborazione con cooperativa Cidas. A illustrarlo la presidente di Tutori nel tempo Marzia Marchi e l’ex presidente Paola Scafidi.
A chiusura dell’incontro l’intervento di Alberto Bellelli, sindaco di Carpi e delegato politico al Welfare Anci, sui costi per la gestione del sistema dell’accoglienza: “Nel sistema ci sono problemi evidenti, c’è un aumento dei trasferimenti da Roma ma a livello di bilancio la gestione dell’accoglienza per gli enti locali resta un macigno. Servono hub sui territori per gestire questo fenomeno, manca un supporto legislativo adeguato a livello nazionale e servono anche più tutele per gli assistenti sociali”.
Infine, Vanja Guidotti, direttrice dell’Asp Carlo Sartori di San Polo d’Enza, nel reggiano, ha parlato della vicenda di Bibbiano: “I media hanno fatto i processi prima dei giudici, mettendo in grave pericolo chi lavorava all’interno dei servizi. La stampa dovrebbe dare spazio anche a quello che funziona”.
(Cristian Casali)