Apprezzamento dal centrosinistra, dure critiche dal centrodestra che accusa la maggioranza di sottovalutare il fenomeno.
Ad accendere il confronto tra maggioranza e minoranza è stata la ricerca “Bande giovanili di strada in Emilia-Romagna tra marginalità, devianza e insicurezza urbana” curata dall’Università di Bologna per conto della Regione Emilia-Romagna e presentata oggi nel corso della commissione Cultura presieduta da Francesca Marchetti, evento all’interno della Settimana della legalità.
“La commissione di oggi allarga l’orizzonte della Settimana della legalità e conferma il lavoro di prevenzione fatto dalla Regione Emilia-Romagna su un tema molto delicato: sarà importante proseguire l’attività sul territorio coinvolgendo le comunità locali”, ha sottolineato la presidente Marchetti. Sulla stessa linea Giammaria Manghi, Responsabile della Segreteria del Presidente della giunta, che ha ricordato come la ricerca sia stata sviluppata all’interno delle attività 2022 sostenute dalla Presidenza della giunta regionale.
Più in generale è tutto il centrosinistra ad apprezzare la ricerca curata dall’Università di Bologna.
“La ricerca è importante perché ci permette di conoscere il problema dei giovani e di capire quali provvedimenti prendere”, ha evidenziato Silvia Zamboni (Europa Verde) che ha ricordato come “è chiaro che c’è una frustrazione sociale crescente nei giovani e anche per questo occorre agire per una redistribuzione della ricchezza in modo da dare risposta ai problemi sociali”.
Per Francesca Maletti (Pd) “lo studio dell’Università ci racconta di come è la vita di una parte importante delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi e ci consegne informazioni interessanti per il nostro lavoro”.
Dal canto suo Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) ha sottolineato come la ricerca spieghi bene l’importanza di una correttezza di linguaggio quando si affrontano questi temi, a cominciare dall’utilizzo della parola baby gang, molto inappropriato.
Diametralmente opposto la posizione del centrodestra.
“I numeri in nostro possesso, che abbiamo attinto da fonti e osservatori ufficiali, parlano di una situazione molto più complessa di quella raccontata nella ricerca. Non è vero che in Emilia-Romagna le cose vanno bene perché anche in Emilia-Romagna c’è allarme sociale”, spiega Valentina Stragliati (Lega), per la quale alle forze dell’ordine e alla magistratura spetta la parte repressiva, alle istituzioni, in primo luogo la Regione, quella di collaborazione per la prevenzione.
Netto Luca Cuoghi (Fdi): “Non bisogna sminuire il problema delle bandi giovanili perché queste aggregazioni rappresentano il centro di arruolamento della criminalità e del mondo dello spaccio”.
Dal canto suo l’assessore al Welfare Igor Taruffi ha sottolineato la validità della ricerca e ricordato come su questo tema si debba intervenire a 360 gradi.
(Luca Molinari)