Garantire la continuità dell’attività ambulatoriale del reparto di Ginecologia dell’ospedale di Porretta Terme, nel bolognese, procedere alla riapertura del punto nascita, chiuso dal 2014, e risolvere il problema del pensionamento già avvenuto di uno dei due medici in organico.
A chiedere un intervento della Regione a tutela della sanità nell’Appennino bolognese è stato, in un’interrogazione, Michele Facci (Lega) che ha ricordato come “nell’ospedale di Porretta Terme l’attività ambulatoriale di ginecologia fosse garantita da due medici, uno dei quali è andato in pensione alla fine di marzo, determinando il depotenziamento di un importante servizio sanitario a supporto della maternità nella montagna bolognese, che oggi, stante la perdurante mancanza di un punto nascita, assume una fondamentale valenza strategica”. Facci ha sottolineato come da fine marzo “il solo ginecologo in servizio non possa garantire la reperibilità e il reparto risulti depotenziato e l’attività limitata. La zona montana è priva dell’attenzione necessaria da parte della Regione e la situazione è insostenibile”.
All’interrogazione, in commissione Politiche per la salute presieduta dalla vicepresidente Francesca Maletti, ha risposto l’assessore Raffaele Donini.
L’assessore ha affermato di conoscere il problema del dirigente di ginecologia nell’ospedale dell’Alto Reno Terme e “l’Asl ha attività il bando per la sua sostituzione che scade questa settimana. Non si intende ridurre il servizio in Appennino”. Sul punto nascita, Donini ha spiegato che “le cause sono da ricondurre alla carenza di ginecologi, nonostante diversi bandi, e i parametri indicati dalla Commissione nascita nazionale. Abbiamo reiterato le richieste al ministero della Sanità di progetti strategici per la riapertura nelle zone più critiche, ma abbiamo anche constatato una continua riduzione di ginecologi”.
Una “risposta laconica quella dell’assessore” ha replicato Michele Facci, secondo cui “dire che c’è il bando non basta bisogna perché vedere cosa si offre a un medico che va a lavorare in montagna, servono incentivi poiché le condizioni di lavoro sono diverse rispetto alla città”.
Facci aveva ricordato come il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, avesse più volte dichiarato come fosse stato un errore chiudere i punti nascita in Appennino e come fosse volontà dell’amministrazione regionale riaprirli, compreso quello di Porretta, fatto però non ancora avvenuto. Il consigliere del Carroccio aveva, allora, voluto sapere dalla giunta “quali iniziative intendesse assumere per evitare la riduzione delle prestazioni sanitarie in favore delle donne dell’Appenino e come intendesse dare seguito ai dichiarati intendimenti di riaprire il punto nascita di Porretta Terme, insieme agli altri punti nascita degli ospedali della montagna regionale”.
La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 30 marzo 2023 è soggetta alle disposizioni in materia di par condicio.
(Gianfranco Salvatori)