COMUNICATO
Ambiente e territorio

Ambiente Bologna. Cuoghi (Fdi): “Inchiesta oli vegetali esausti, fare chiarezza su azienda di Crevalcore”

Indagini delle Dda di Marche e Campania, l’olio che non è inquinante, veniva rubato dai contenitori nelle strade. L’impresa bolognese aveva convenzioni con Regione e Città Metropolitana”

La giunta dica se “Regione abbia stipulato convenzioni a titolo gratuito o con esborso economico nei confronti dell’azienda Biofaroil s.r.l con sede legale a Crevalcore (Bologna)”, se abbia partecipato alle indagini e se abbia intenzione di costituirsi parte civile.

La richiesta è di Luca Cuoghi, consigliere di Fratelli d’Italia, dopo l’inchiesta che il 10 marzo ha portato i carabinieri ad arrestare otto persone (misure cautelari disposte dal gip di Ancona), nelle Marche e in Campania, che gli inquirenti ritengono coinvolte nel reato di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, legato al recupero di oli vegetali esausti. L’indagine è stata diretta dalle Dda di Ancona e Napoli, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia. Gli oli vegetali esausti, di alto valore commerciale legato agli incentivi per la produzione di biocarburanti, secondo le accuse, venivano rubati. Alcune ditte marchigiane e campane avrebbero, secondo la procura, raccolto in modo illecito l’olio dai contenitori nelle vie cittadine, senza le autorizzazioni.

Cuoghi ricorda che l’olio vegetale esausto è classificato come rifiuto speciale liquido non pericoloso e, “se smaltito in maniera non corretta, l’olio può rappresentare un pericolo per l’ambiente. Al contrario, se trattato correttamente, può acquisire un elevato valore commerciale, in particolare, per la produzione di biodiesel”.

Alcuni degli arrestati avevano precedenti penali specifici e i reati ipotizzati sono associazione per delinquere, furto aggravato, attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, concorrenza illecita, in concorso tra loro e con l’aggravante del metodo mafioso.

“Dall’esame delle visure camerali e dalla documentazione acquisita durante le indagini – continua il consigliere di Fdi – è emerso che le ditte coinvolte, oltre a operare nel medesimo settore commerciale, avevano un legame strutturato e solido, in quanto i rispettivi amministratori erano legati fra loro da legame di parentela, condividevano le stesse sedi e utilizzavano vicendevolmente mezzi e dipendenti”. E dall’inchiesta, fra le aziende è emersa anche la Biofaroil di Crevalcore “azienda con convenzioni stipulate con la Regione Emilia-Romagna, Arpae e Bologna Città Metropolitana”.

(Gianfranco Salvatori)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 30 marzo 2023 è soggetta alle disposizioni in materia di par condicio.

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