La Regione spieghi perché non è intervenuta nei confronti dell’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) in quanto, per la realizzazione di progetti per la cassa di espansione del torrente Baganza (Parma) per contrastare gli effetti del rischio idraulico, ha agito autonomamente in contrasto con disposizioni regionali e governative. È il quesito posto da Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) con un’interrogazione a risposta immediata in cui chiede di chiarire, inoltre, “l’ammontare della spesa complessiva relativa alla realizzazione della cassa di espansione del torrente Baganza e a tutti i servizi di ingegneria connessi, nonché le caratteristiche tecniche e l’ubicazione di una eventuale briglia selettiva, se prevista, a monte della cassa stessa”.
“Da Regione e Autorità di Bacino viene spesso ribadita la necessità di trattenere le acque in bacini artificiali per mitigare gli effetti della siccità -ha spiegato la consigliera-. Con provvedimenti regionali e di governo, risalenti al 2009 e 2016, è stato stabilito che alla progettazione della cassa di espansione sul torrente Baganza dovesse provvedere un nucleo tecnico congiunto Aipo-Regione per evitare spese di progettazione con incarichi esterni. Ma Aipo, oltre ad avere affidato un nuovo incarico esterno di progettazione di cui non si è a conoscenza della spesa, nel 2019 ha affidato all’esterno anche il servizio per la verifica preventiva del progetto esecutivo emanando un bando con importo a base d’asta pari a 181.293,27 euro”.
Ha risposto la vicepresidente Irene Priolo: “Sono sfuggiti alcuni passaggi succeduti dopo la delibera del 2009 relativi alla competenza dei corsi d’acqua. I Comuni che hanno i territori nell’area del Baganza hanno sottoscritto un protocollo con Aipo e lo sviluppo della progettazione ha previsto una serie di incontri con i tecnici degli enti coinvolti, la cittadinanza e i portatori di interesse. Aipo è stata individuata come soggetto attuatore. Il progetto misto tra Aipo e Regione relativo ad aree a rischio alluvione era già previsto da atti formali e quindi Aipo ha operato nell’ambito di competenze e compiti che le erano propri. Sul tema delle spese complessive, ammontano a 69 milioni di euro a cui si sono aggiunti 3 milioni per l’aumento dei costi dei materiali”.
La consigliera si è detta non soddisfatta: “Risulta una difficoltà oggettiva nel reperimento degli atti e nel comprendere le procedure, che investono una pluralità di soggetti. Non è semplice ricostruire tutto l’iter. Andrò a visionare in loco le opere. La progettazione realizzata in località Casale risulta criticabile”.
(Lucia Paci)
La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 30 marzo 2023 è soggetta alle disposizioni in materia di par condicio