Totale sostegno alla legge da parte di centrosinistra e M5s, riserve da parte del centrodestra che, pur apprezzando spirito e finalità del provvedimento legislativo, ne contesta gli aspetti troppo burocratici e le modalità di selezione dei componenti il Consiglio del terzo settore.
Ampio dibattito in Assemblea legislativa in occasione dell’approvazione della legge sul terzo settore che ha per primo firmatario Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) ed è stata sottoscritta da numerosi consiglieri del Pd, dalla Lista Bonaccini e da Europa Verde. La legge punta a sostenere e incentivare un settore dove operano oltre 500mila volontari e quasi 83mila dipendenti e che ha dovuto fare i conti con la pandemia e il carobollette.
Stefano Caliandro (Partito democratico) ha sottolineato: “La legge è un gesto dovuto verso le migliori esperienze del terzo settore regionale ed è in linea con l’obiettivo di legislatura che ci stiamo dando: la lotta alle diseguaglianze. Meno è presente lo Stato e più c’è bisogno di terzo settore. La sussidiarietà orizzontale può fungere da apripista come strumento di promozione di nuovi modelli di welfare”. Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) ha ricordato che “il terzo settore non è riconducibile solo all’ambito socio-sanitario ma va incontro alle esigenze delle comunità occupandosi anche di attività quali istruzione extrascolastica, cultura, sport, commercio equo e solidale, gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata. In Emilia-Romagna sono 27mila le istituzioni non profit censite da Istat”. Per Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) “il terzo settore in Emilia-Romagna è un elemento distintivo grazie anche ai suoi oltre 500mila volontari. L’istituzione di un consiglio regionale per gli enti del terzo settore è un’espressione di coerenza finalizzata alla partecipazione. Bene l’istituzione di un fondo per l’innovazione sociale per rispondere ai bisogni emergenti dei cittadini”. Marilena Pillati (Pd) ha aggiunto: “Il patrimonio di esperienza del mondo del volontariato, in collaborazione con le istituzioni, ha accompagnato un modello di sviluppo e lo ha reso più inclusivo. La riforma serve a riconoscere e sostenere il ruolo del terzo settore valorizzando ogni forma di attivismo civico”. Pasquale Gerace (Pd) ha ricordato che “l’Emilia-Romagna è la quarta regione italiana per il numero di associazioni non profit presenti, confermando il radicamento del terzo settore nei nostri territori. Questa legge riconosce il valore del lavoro che volontari e volontarie svolgono ogni giorno”. Palma Costi (Pd) ha evidenziato “l’opportunità di mettere in campo strumenti nuovi per valorizzare il terzo settore di fronte a una società in continuo cambiamento. Collaborare e condividere obiettivi e programmi sono punti cardine per la coesione sociale e per produrre sviluppo”. Per Antonio Mumolo (Pd) “per anni in questo paese non si è compreso il valore del terzo settore dando per scontato il volontariato, il tutto in una grande confusione normativa. Il percorso di questa legge è partito con l’ascolto, con oltre 120 incontri realizzati, e questo influisce sulla bontà delle norme previste”. Per Marcella Zappaterra (Pd) “questa legge dà risposte ai territori e alle esigenze del settore partendo dal confronto. Era necessario uno strumento di semplificazione vera che prendesse le mosse dal fatto che in questi anni il mondo e la società sono cambiati. In questa regione più che altrove il ruolo del terzo settore fa la differenza nella qualità della vita dei cittadini”. Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ha sottolineato che “gli obiettivi del provvedimento di legge sono ampiamente condivisibili poiché si preserva il livello di welfare diffuso che caratterizza la nostra terra. Sappiamo di poter contare su un prezioso bacino di collaborazione attivo per il perseguimento degli obiettivi che ci siamo preposti”.
Per Valentina Castaldini (Fi) “bisogna che la giunta recuperi le risorse necessarie per abbattere l’aliquota Irap per le Onlus. C’è poi bisogno di apertura alla realtà e sostegno all’attività di formazione e di sostegno al terzo settore”. La berlusconiana ha presentato tre emendamenti per migliorare la legge che si inseriscono nel solco delle priorità espresse nel suo intervento su una legge che ha definito “il primissimo passo, una legge cornice e manifesto. Bisogna prevedere la riduzione delle tasse per queste realtà”.
“Questa legge, seppur migliorabile, è un primo passo per andare verso queste realtà e queste associazioni: bisogna fornire linee guida e veri e propri binari che indichino agli enti come lavorare”, spiega Luca Cuoghi (Fdi) per il quale “questa legge ha però un problema inziale: non concordiamo con le modalità con cui verrà gestito il consiglio del terzo settore, perché si vuole premiare solo la realtà maggiormente rappresentativa anche se non maggioritaria, che ha la potestà di nominare tutto il consiglio direttivo. Per noi questo procedimento non ha nulla di inclusivo e di democratico, tanto che avremmo voluto un modello più democratico”.
Dal canto suo Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) ha annunciato il voto a favore dei pentastellati sottolineando come “questo progetto di legge è di proposta dei consiglieri e questo è un fatto positivo. Questo lavoro è molto importante, frutto anche dei tanti incontri che si sono tenuti in ogni provincia. Questa legge ha il compito di sostenere un mondo vasto e variegato che opera sul nostro territorio, all’interno del quale ci sono esperienze particolarmente virtuose”. Piccinini ha proposto anche un ordine del giorno a sostegno degli interventi di pet therapy.
Apprezzamento per il progetto di legge è stato espresso anche dall’assessore al Welfare Igor Taruffi che ha anche sottolineato come sia necessario aumentare il fondo per la non autosufficienza benché quello della Regione Emilia-Romagna risulti già essere il più alto in Italia.
(Lucia Paci e Luca Molinari)
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