Una legge regionale per sostenere i bambini, le famiglie e prevenire gli allontanamenti dei minori dai nuclei famigliari. A proporla è il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, in un testo di 16 articoli, firmato da Luca Cuoghi, Marta Evangelisti e Giancarlo Tagliaferri. La norma prevede anche un Osservatorio “sull’allontanamento di minori, che avrà il compito di monitorare casistica, attività, prestazioni sociali e sanitarie allo scopo di programmare interventi idonei”. Le spese saranno coperte dai singoli esercizi del bilancio della Regione, mentre un provvedimento della giunta ripartirà ogni anno le risorse per progetti e interventi.
Il progetto di legge, scrive Fdi, “si sviluppa con la finalità esclusiva della tutela del superiore interesse dei minori” come recita la Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989. Il primo articolo delinea i principi generali e la finalità del pdl con cui la Regione “prevede la tutela del diritto del minore a crescere nell’ambito della propria famiglia, rimuovendo gli ostacoli che si frappongono alla sua realizzazione anche attraverso un’opera di sostegno economico, sociale e psicologico ai genitori e, in mancanza di essi, ai parenti entro il quarto grado, senza distinzione di sesso, di etnia, di età, di lingua, di religione e nel rispetto dell’identità culturale del minore e comunque non in contrasto con i principi fondamentali dell’ordinamento”.
Un minore, prosegue il pdl, potrà essere allontanato “dal nucleo familiare di origine per cause di fragilità o inadeguatezza genitoriale solo successivamente all’attuazione di un progetto educativo familiare (Pef) pertinente e dettagliato, costruito con la famiglia, contenente obiettivi di cambiamento e miglioramento delle relazioni famigliari possibili e verificabili”. Inoltre, le condizioni di indigenza non possono provocare l’allontanamento del minore e, per questo, si dispongono “interventi di sostegno e di aiuto di tipo economico, domiciliare, educativo a favore della famiglia di origine del minore, con un impegno economico almeno pari alla retta in presidio o al contributo all’affido eventualmente erogabile, attraverso la predisposizione di un progetto educativo familiare (Pef)”.
Comuni, e altri enti competenti, dovranno intervenire nei casi di “indigenza economica, sfratto per morosità, mancanza di sistemazione abitativa”. Nei casi limite, il minore potrà essere affidato a un parente fino al quarto grado e, se ciò non fosse possibile, si “provvederà all’affidamento etero-familiare”. Fdi introduce anche una valutazione della situazione di disagio da parte dei servizi sociali con l’intervento dei servizi di psicologia.
La Regione, ricorda il Pdl, “favorisce interventi di assistenza e mediazione familiare, presentati da enti locali singoli o associati e da associazioni e organizzazioni di volontariato iscritte al registro nazionale unico del terzo settore che hanno come finalità la permanenza del minore nella famiglia d’origine e la tutela dei minori e delle famiglie”.
Dopo aver sottolineato i criteri in cui si dispone l’affidamento familiare ed etero-familiare, la norma impegna la Regione “a valutare l’inserimento dei minori in strutture semi-residenziali e residenziali quale intervento da disporre in via residuale ed eccezionale e definisce modalità e contenuti dei progetti educativi famigliari, che dovranno anche descrivere indicatori di esito e di efficacia degli interventi attuati dalle strutture in cui il minore è inserito, in favore del suo rientro in famiglia”.
(Gianfranco Salvatori)
La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 30 marzo 2023 è soggetta alle disposizioni in materia di par condicio.