Potenziare l’attività di smaltimento dell’amianto.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come “ogni anno, in Italia, sono stimati circa 2000 nuovi casi di mesotelioma. Il principale fattore di rischio è costituito dall’esposizione all’amianto nel 90% delle diagnosi. Per la sua natura di malattia professionale, è attivo un sistema nazionale di sorveglianza con segnalazione obbligatoria e i dati confluiscono nel Registro Nazionale Mesoteliomi (ReNaM): nella città di Piacenza la presenza di amianto nei fabbricati, pubblici e privati, è ancora rilevante; con il trascorrere del tempo le coperture di tale materiale sono sottoposte a deterioramento con conseguente pericolo di liberazione di queste nell’aria”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “se intenda proseguire nella collaborazione con Ausl e Arpae, attraverso la stipula e l’aggiornamento di idonei protocolli d’intesa, anche a carattere operativo, funzionali e se intenda verificare ed aggiornare con periodicità la mappatura e il censimento della presenza di manufatti contenenti amianto in edifici e contesti privati, negli edifici pubblici, nelle aziende e nei luoghi comuni dei condomini al fine di conoscerne l’ubicazione e valutarne le condizioni di conservazione, anche con il coinvolgimento di gruppi e ed associazioni della società civile impegnate sul tema”.
Poi ancora: “la Regione intende valutare la predisposizione di un piano di bonifica, di messa in sicurezza e di rimozione basato sulla sinergia dei privati, imprese specializzate e certificate, enti pubblici, ed incluse delle progettualità in materia promosse dallo Stato, dalla Comunità Europea e dall’Arpa Emilia Romagna” ed infine “valutino di avviare idonee campagne di sensibilizzazione ed informative sulle procedure idonee alla bonifica e allo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto? Intende, nel prossimo bando che la Regione emanerà per lo smaltimento amianto, rendere i requisiti meno restrittivi e quindi ampliare gli aventi diritto al contributo visto che, in particolare nel precedente bando, avevano diritto solo i residenti delle zone centro e periferie, mentre erano state escluse le zone agricole e industriali?”.
(Luca Molinari)