“Ripristinare il Piano impresa 4.0”. Con una risoluzione Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) chiede alla giunta regionale di sollecitare il governo nazionale per la riattivazione di questo programma di interventi per l’innovazione tecnologica delle imprese.
Per questo, la capogruppo chiede vengano utilizzate anche “risorse collegate al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per il potenziamento del credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali innovativi e tecnologicamente avanzati alla transizione ecologica, per ricerca e sviluppo nonché per la riattivazione del credito ‘formazione 4.0’”.
“Nel 2023 – spiega la consigliera – risultano ampiamente diminuiti i vantaggi per le imprese che investono in acquisti di macchinari (peggioramento già previsto dalla legge di bilancio 2021), questo perché vengono gradualmente diminuite sia le percentuali del costo del bene (che va a credito di imposta), sia il massimale degli investimenti ammissibile per singolo periodo di tempo. Il beneficio del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali risulta quindi nettamente inferiore rispetto a un investimento effettuato nel 2017 con l’iper ammortamento previsto nel Piano impresa 4.0. Nel 2017, grazie al Piano industria 4.0, gli investimenti sono aumentati di circa il 10 per cento, contribuendo alla crescita del prodotto interno lordo italiano; inoltre, il 56,9 per cento delle imprese ha dichiarato di aver utilizzato almeno una misura di sostegno pubblico, con un vero e proprio exploit di coloro che hanno utilizzato super e iper ammortamento”.
Per Giulia Pigoni, quindi, “parte dei fondi del Pnrr previsti per il 2023 e 2024 potrebbero essere utilizzati per ripristinare l’iper ammortamento (250 per cento) per i beni strumentali innovativi e il super ammortamento (130 per cento) per i beni strumentali nuovi. Questa misura costerebbe 6,6 miliardi all’anno a cui aggiungere i 4,5 miliardi per estendere gli incentivi previsti per i beni tecnologicamente avanzati agli investimenti per la transizione ecologica. I fondi Pnrr potrebbero essere anche utilizzati per potenziare, con 400 milioni di euro, il credito di imposta per ricerca e sviluppo (dimezzato quest’anno) e reintrodurre il credito ‘formazione 4.0’ il cui costo è 150 milioni l’anno”.
(Cristian Casali)
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