Una risoluzione del 2019 aveva stabilito un intervento sulle cooperative cosiddette spurie o fittizie da parte di diversi attori (imprenditori, sindacati, associazioni, ordini professionali) “che svolgono un ruolo nella prevenzione, nella verifica, nel controllo, nel contrasto e nella repressione del fenomeno”. A distanza di anni, un’interrogazione della Lega chiede alla giunta “quali iniziative la Regione Emilia-Romagna abbia adottato per dar seguito a quanto approvato con la risoluzione e se sia in possesso di dati aggiornati riguardo alla diffusione di questo fenomeno sui nostri territori”.
La richiesta è del consigliere Stefano Bargi (Lega), il quale ha ricordato che la risoluzione aveva impegnato la giunta “a divulgare presso tutti i soggetti interessati la Relazione conclusiva della Commissione speciale di ricerca e di studio” su questo fenomeno. Inoltre, l’atto di indirizzo aveva previsto anche di presentare a governo e Parlamento di valutare il varo di una legge con “una disciplina finalizzata a prevenire e reprimere il fenomeno della falsa cooperazione e i comportamenti illeciti a esso sottesi”. Si chiedeva, poi, di rafforzare la collaborazione fra i diversi attori e di “valutare nell’attuale legislatura le modalità più utili ed efficaci per proseguire nel lavoro di studio e ricerca condotto dalla Commissione speciale”.
Bargi conclude sostenendo che le cooperative spurie o fittizie sono ancora diffuse “specialmente nel settore della lavorazione delle carni e nel facchinaggio, come dimostrato da alcune frodi e appalti fantasma recentemente scoperti dalla Guardia di Finanza in provincia di Modena”.
(Gianfranco Salvatori)
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